Guatemala: lettera pastorale dei vescovi sullo sviluppo umano
I vescovi del Guatemala hanno pubblicato ieri un’ampia lettera pastorale sul tema
“Costruire nella giustizia, ispirati da Dio”: uno scritto incentrato sullo sviluppo
umano e sulle sue caratteristiche, alla luce della dottrina sociale della Chiesa e
del magistero pontificio. I presuli si dichiarano molto preoccupati “per il deterioramento
etico e sociale che colpisce” il Paese e sottolineano come questo sia “il frutto di
azioni immorali nella gestione della cosa pubblica e privata e nella visione individualista
e frammentata della società”. A questa realtà, spiegano i vescovi, occorre dare delle
risposte audaci dal punto di vista pastorale, illuminate dai valori del Vangelo e
dagli insegnamenti sociali della Chiesa. “La fede cristiana può dare forza al rinnovamento
morale e guidarci verso un progetto costruttivo”, osservano i vescovi guatemaltechi
analizzando le principali sfide del Paese: al primo posto i presuli collocano la situazione
della famiglia, la “più colpita dalla realtà descritta”, perché – scrivono - minacciata
da molte insidie che vanno dalla povertà, all’esclusione, alla perdita di valori”.
I vescovi proseguono ricordando altre situazioni molto critiche, come la poca coscienza
ecologica, la mancanza di rispetto nei confronti della vita, l’idea diffusa da molti
esperti e politici secondo i quali la crescita demografica si dovrebbe regolare con
piani per il controllo delle nascite e che invece poco o nulla dicono sulla distribuzione
giusta delle ricchezze, ma anche la crescita del crimine e della violenza, la povertà
crescente in molti settori del Paese e le gravi disuguaglianze in quasi tutti gli
ambiti della vita nazionale. Tra le diverse criticità rilevate dai presuli non mancano
poi la debolezza dello Stato, spesso corrotto e, infine, solo per citare le questioni
più importanti e urgenti, un sistema educativo molto carente. La sola vera risposta
a tutto questo, secondo i vescovi, è lo sviluppo umano integrale sostenuto dalla chiamata
rivolta da Dio a ogni cuore umano a vivere nell’amore, nella giustizia e nella solidarietà.
Il punto di partenza, la centralità di ogni vero e autentico progetto di sviluppo
dovrebbe essere quindi sempre la famiglia, scrivono i vescovi, che si rivolgono allora
ai poteri pubblici, ai politici e ai tecnici, ma soprattutto ai cittadini guatemaltechi,
chiamati a prendere coscienza che non basta una qualsiasi forma di crescita materiale,
seppure importante, per raggiungere un modello di convivenza evoluta, centrata sulla
dignità della persona umana. D’altra parte, i presuli riflettono anche sul ruolo dello
Stato e delle istituzioni, ricordando loro doveri supremi, da realizzare però in un
contesto che possa garantire la partecipazione vera e attiva dei cittadini. Questi
ultimi, infatti, non possono essere sostituti con norme o principi statalisti che
soffocano e negano la dignità della persona. I vescovi riflettono infine sulla globalizzazione,
chiamata in causa spesso anche per giustificare questioni che nulla hanno a che vedere
con essa, ricordando come questa debba essere vista “nell’ orizzonte culturale dello
sviluppo umano. Non ha senso opporsi alla globalizzazione, poiché si finirebbe per
rifiutare i suoi aspetti positivi; anzi - si legge nella lettera pastorale - questa
globalizzazione deve essere utilizzata per trarre vantaggio dei sui aspetti migliori”,
in tutti i campi della vita sociale nazionale e internazionale. Una visione di questo
tipo apre gli occhi, ancora una volta, sulla vitale importanza dell’educazione, dicono
i vescovi, che ricordano come essa sia la “base fondamentale per una vera ed equa
partecipazione di tutti al mondo di oggi”. (A cura di Luis Badilla)