2011-01-28 13:16:21

Una rete di radio cattoliche al servizio della popolazione del Sud Sudan


Notizie e approfondimenti in inglese e arabo e programmi nelle diverse lingue locali: è ciò che offre il Social Catholic Radio Network, che dal 2009 opera in Sud Sudan. Una rete di sette radio voluta dalla Conferenza episcopale sudanese e dalla famiglia comboniana, che durante il periodo di preparazione al referendum ha aiutato la popolazione, anche quella analfabeta, a partecipare attivamente e con responsabilità alle decisioni da prendere. Per una riflessione sull’attuale situazione del Sud Sudan, Anna Rita Cristaino ha sentito suor Paola Moggi, comboniana italiana, che dal 2007 lavora attivamente al progetto:RealAudioMP3

R. - La visione del network è una società riconciliata, che è radicata nei valori umani e cristiani e che è attenta alla giustizia, con particolare cura ai settori più svantaggiati della popolazione: le donne e i giovani.

D. - Come le radio possono essere a servizio della gente?

R. - Il nostro servizio è stato anzitutto un servizio di educazione, ma anche un servizio di dialogo per creare un forum, dove le varie culture e le varie etnie potessero dialogare. Promuovere questo senso di coesistenza pacifica, in un ambiente molto militarizzato quale ancora è quello del Sud Sudan, è molto importante.

D. - Tra un po’ verranno ufficializzati i risultati del referendum. Dal vostro “osservatorio particolare”, quali scenari s’intravedono per il futuro?

R. - Gli scenari che si aprono, considerando i dati ufficiosi - che già circolano - saranno che il Sud Sudan, diventerà uno Stato indipendente. E’ uno Stato senza infrastrutture, con appena cinque anni di esperienza nel settore di amministrazione pubblica ... prevediamo che per i prossimi anni la situazione sarà particolarmente difficile, proprio perché le aspettative della popolazione sono molto alte. C’è da costruire una Nazione che sta nascendo. Quindi, penso che il ruolo che le stazioni radio svolgeranno sarà proprio questo incoraggiare, attraverso educazione e informazione, una coesistenza pacifica all’interno del Sud. Dobbiamo passare da una mentalità delle armi a una mentalità della legge, a una mentalità del dialogo.

D. - La Chiesa sta dando un contributo importante per mantenere la pace e richiamare l’attenzione della Comunità internazionale…

R. - Direi che se il referendum si è svolto come si è svolto, lo si deve in gran parte al lavoro di sensibilizzazione condotto dalle Chiese come iniziativa ecumenica. Quindi, quello che la Chiesa può fare è continuare a camminare con il popolo sudanese accompagnando la crescita di un governo democratico che si deve ancora costituire o che timidamente si sta costituendo. (ma)







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