2011-01-27 17:24:55

Settimana per l'Unità: "Ogni elemento di divisione può essere superato nel dono totale di sé alla causa del Vangelo"


In occasione della Settimana per l’Unità Cristiani, l’Editoriale della pagina dedicata all’Africa propone una riflessione sul significato particolare che l’ecumenismo assume nel contesto africano.
Come d’abitudine, il testo si articola in due parti: la citazione delle proposizioni finali della II Assemblea speciale per l’Africa, dedicate al tema dell’Unità dei cristiani; seguono le riflessioni dei redattori dei programmi africani, incentrate sul Magistero della Chiesa.
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Dall’Elenco Finale delle Proposizioni del Sinodo dei Vescovi per l'Africa (23 ottobre 2009), sul dialogo ecumenico:

Nel servizio alla riconciliazione, alla giustizia e alla pace nel continente e in unione alla Chiesa universale, la Chiesa in Africa rinnova il proprio impegno al dialogo e alla collaborazione ecumenica.

Il Sinodo è cosciente che, per quanto l’unità dei cristiani non sia ancora una realtà, cristiani in diversi paesi africani si sono riuniti in varie associazioni (come l’Associazione Cristiana di Nigeria, il Consiglio Cristiano di Liberia, ecc.) per promuovere opere comuni di carità e per salvaguardare gli interessi dei cristiani nei moderni stati pluralistici. (…)

All’inizio del terzo millennio del cristianesimo la nostra grande sfida non consiste nell’illustrare le differenze di origine e di cultura, ma nel costruire un’unità che rispetti la diversità. Uomini e donne di differente origine, per carattere, cultura e religione possono costruire insieme un alto grado di unità: un’unità tale da fondare la vita di ciascuno per e con gli altri per amore della stessa persona, cioè Dio fatto uomo, Gesù Cristo, che visse tra noi, sparse il suo sangue per noi con la più grande solidarietà e ci dà se stesso in cibo nella nostra vita quotidiana. Questo sangue di Cristo sparso per noi è il vincolo e il fondamento di una nuova relazione che respinge ogni parvenza di tribalismo, razzismo, etnicismo, nepotismo, feticismo, ecc.
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«Ogni elemento di divisione può essere trasceso e superato nel dono totale di sé alla causa del Vangelo». Così scriveva Papa Giovanni Paolo II, nell’enciclica Ut unum sint sull'ecumenismo.

Sin dalla prima fase dell’evangelizzazione, in Africa la crescita della Chiesa cattolica è stata sempre accompagnata dal fiorire di una molteplicità di confessioni: le Chiese anglicane, luterane, metodiste, avventiste e altre. In certi casi sono state frutto del proliferare di gruppi particolari e divisioni interne alla comunità di fedeli cattolici. Il diffuso fenomeno delle sétte e la difficoltà di individuare un cammino coerente rispetto alla ricerca della “verità” sono problematiche reali e significative nel Continente.Per superare le divisioni, la Chiesa cattolica invita a promuovere i valori comuni, la pratica della carità e la difesa della dignità della persona umana, nello spirito del Vangelo.
Lo stesso Cardinal Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, ha sottolineato in una riflessione pubblicata dall’Osservatore Romano che “l'opzione ecumenica e l'impegno missionario sono considerati come realtà inscindibili. Ecumenismo e missione sono diventati gemelli che si appoggiano a vicenda. La testimonianza cristiana deve avere una chiave di violino ecumenica, affinché la sua melodia non sia cacofonica ma sinfonica. Infatti, la voce cristiana potrà essere tanto più credibile in questo mondo quanto più uniti saremo noi cristiani nel dare testimonianza della bellezza del Vangelo.

Sempre per far comprendere la necessità del dialogo ecumenico, nel primo discorso tenuto da Segretario Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, il Pastore metodista kenyano Samuel Kobia aveva invece affidato le proprie parole a un proverbio africano: “Se vuoi camminare velocemente, vai avanti solo…Ma se vuoi andare lontano cammina insieme agli altri”. Il Pastore Kobia aveva parlato ugualmente dell’importanza di un contributo originale africano al dialogo ecumenico, individuato nell’immensa spiritualità e umanità degli africani, nella loro capacità di mantenere sempre accesa la speranza, anche laddove tutto sembra ormai perduto o domina la disperazione.

Al di là delle sue risorse materiali e degli strumenti concreti dello sviluppo economico, l’Africa deve costruire il proprio cammino a partire dalla propria ricchezza morale e spirituale. Le Chiese possono avere un ruolo se accettano – come indicato anche dal Concilio Vaticano II - di mettere da parte le divisioni e lavorano insieme allo sviluppo integrale dell’essere umano.

Il fondamento è nell’unità, come Benedetto XVI ha ripetuto all’Angelus del 23 gennaio scorso:
Anche oggi, per essere nel mondo segno e strumento di intima unione con Dio e di unità tra gli uomini, noi cristiani dobbiamo fondare la nostra vita su questi quattro “cardini”: la vita sul fondamento della fede degli Apostoli trasmessa nella viva Tradizione della Chiesa, la comunione fraterna, l’Eucaristia e la preghiera.

Solo in questo modo, rimanendo saldamente unita a Cristo, la Chiesa può compiere efficacemente la sua missione, malgrado i limiti e le mancanze dei suoi membri, malgrado le divisioni “E’ forse diviso il Cristo?” (1,13)

Ogni divisione nella Chiesa è un’offesa a Cristo; e, al tempo stesso, è sempre in Lui, unico Capo e Signore, che possiamo ritrovarci uniti, per la forza inesauribile della sua grazia”.







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