2011-01-27 14:21:49

Missionari e suore indiani pronti a portare il Vangelo in Bhutan


Ha suscitato attenzione, curiosità e interesse nel mondo missionario, specialmente in India, la notizia della possibile apertura del regno buddista del Bhutan alla fede cristiana. Oggi in Bhutan sono consentite solo la religione buddista e quella indù ma, nelle scorse settimane, Chhoedey Lhentshog, rappresentante del governo per la gestione delle organizzazioni religiose, ha dichiarato che i gruppi cristiani possono registrarsi ufficialmente presso le autorità. Missionari e suore cattoliche hanno confidato all’agenzia Fides che “sono pronti a partire e avviare comunità di fede nel Paese, per portare anche lì il seme del Vangelo”. Padre Arul Raj, missionario degli Oblati di Maria Immacolata, che vive a Chennai, nel Tamil Nadu, è fondatore di due ordini religiosi: uno femminile, la “Società delle Figlie di Maria Immacolata”, e uno maschile, la “Società dei Missionari di Maria Immacolata”. I due ordini, a partire dall’India meridionale, hanno aperto diverse comunità in altri 5 Stati dell’India settentrionale, anche al confine con Nepal e Bhutan. Padre Arul dichiara che “siamo disponibili ad aprire comunità maschili e femminili in Bhutan. Non conosciamo bene il territorio, ma se le autorità lo permetteranno e se si verificheranno le condizioni necessarie, potremmo volentieri avviare le nostre attività. Saremmo felici di rispondere, in questo modo, all’appello del Papa nel Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale”. Lo stile di evangelizzazione e il carisma missionario delle due comunità si adatta perfettamente al contesto del Bhutan: in India le suore infatti lavorano soprattutto per la promozione della donna, creando gruppi di aiuto per le donne povere e indigene, nelle aree più remote, e per i loro figli (in India ne assistono almeno 20mila); i missionari operano con i giovani, attraverso programmi di istruzione in collegi, gestiti dall’Ordine, perlopiù di ingegneria e di informatica (oltre 8mila studenti). Durante le attività che svolgono, i missionari testimoniano “i valori evangelici di amore, perdono, condivisione, unità, solidarietà, lasciando che crescano e germoglino nei cuori”. Non promuovono apertamente le conversioni, pur manifestando con chiarezza la loro identità cristiana, nel lavoro e nella preghiera. In tal modo, spiega padre Arul, “non abbiamo mai avuto problemi con i gruppi estremisti indù in India, né abbiamo mai subìto accuse di conversioni di massa”. Ma “tantissimi fra le donne e i giovani destinatari dei nostri programmi chiedono spontaneamente di abbracciare la fede cristiana” spiega. Questo approccio, basato sulla testimonianza, sul dialogo, sull’aiuto e sull’empatia con l’altro, sarebbe certamente benvenuto in un’area come il Bhutan, dove finora la fede cristiana è stata marginalizzata. (R.P.)







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