Convegno in Kenya sull'economia di comunione promosso dal Movimento dei Focolari
“Economia di Comunione: un nuovo paradigma per lo sviluppo africano”: è il tema della
conferenza internazionale organizzata dall’Università Cattolica dell’Est Africa a
Nairobi, in Kenya, in collaborazione col Movimento dei Focolari. Al convegno, che
si concluderà domani, sono presenti autorità civili e religiose, imprenditori, banchieri,
rappresentanti di Ong locali e studenti di diversi Paesi del Continente. È la prima
volta che un’università africana presenta l’economia di comunione. Ma in cosa consiste
questo progetto? Adriana Masotti lo ha chiesto a Geneviève Sanze, membro
della Commissione Internazionale Economia di Comunione:
R. – L’economia
di comunione è nata in una spiritualità che stava cercando di attuare la comunione
tra le persone già da anni. Nel ’91, quando Chiara Lubich andò in Brasile, rimase
molto colpita nel vedere tanti ricchi, ma anche tanti poveri. Capì così che questa
vita di comunione doveva poter arrivare a tutti: com’era nella vita dei primi cristiani,
quando si diceva “Nessuno tra loro era bisognoso”. Così, ha lanciato l’idea di far
nascere delle aziende, i cui utili venissero messi in comune, liberamente, per poter
aiutare, all’inizio, i più poveri tra noi. E questo ha portato a una nuova visione
della vita aziendale, nella quale l’uomo viene messo realmente al primo posto!
D.
– Per la prima volta si presenterà l’economia di comunione in un’università africana.
So che, per questo evento, c’è tanta attesa: perché?
R. – Noi, come
popolo africano, siamo in grande attesa per questo evento, perché in questo progetto
dell’economia di comunione vediamo una reale risposta: per uscire dalla povertà, bisogna
vivere la reciprocità e la comunione. Tutto questo nel pieno rispetto della dignità
umana. E abbiamo potuto vedere che questo progetto rispetta anche molto la nostra
cultura. In questa relazione di reciprocità scopriamo che non è soltanto chi dà che
fa un’esperienza di felicità, ma anche chi riceve: tutti e due danno qualcosa, ricevendo
reciprocamente una grande gioia. Siamo tutti in grande attesa, per capire come anche
noi, grazie a questa nuova visione, possiamo uscire dalla povertà.
D.
– Per dare continuità agli interventi che ci saranno in questi giorni, l’università
di Nairobi ha deciso di offrire dei corsi di approfondimento sul tema dell’economia
di impresa per l’Africa. Questi corsi saranno affidati ad un gruppo di economisti
e studiosi che lavorano proprio nell’economia di comunione. Qual è l’importanza di
questa iniziativa?
R. – E’ veramente molto importante questa iniziativa:
quello che l’università ci ha chiesto è ancora più grande: poiché in questa economia
di comunione vedono la presenza di un’etica che può aiutare l’economia e non solo
l’economia, nascerà in futuro un centro per informazioni e consulenze a questo modello
economico. Tutti i vescovi del Paese si sono uniti insieme per creare quest’università
e si augurano che questa esperienza possa continuare. (mg)