La Francia boccia la nuova proposta di legge sull’eutanasia
Il Senato francese ha bocciato ieri la proposta di legge relativa all’assistenza medicalizzata
per morire. Contro il provvedimento che, se fosse stato approvato, avrebbe spianato
la strada all’eutanasia in Francia, una forte mobilitazione bipartisan, delle associazioni
antieutanasiche e, a sorpresa, un deciso no del premier François Fillon, che ha scelto
la stampa come veicolo per comunicare pubblicamente il suo no: “Dobbiamo stabilire
se la società sia in grado di legiferare per riconoscersi il diritto di dare la morte
– ha scritto in un lungo articolo – ritengo che questo limite non debba essere superato”.
Della proposta di legge il premier ha criticato anche la definizione ambigua di fine
vita e l’assenza di un obbligo specifico di consultare la famiglia del malato. Nei
giorni scorsi era intervenuto nel dibattito bioetico anche il presidente della Conferenza
episcopale francese e arcivescovo di Parigi, cardinale André Vingt-Trois, definendo
la nuova iniziativa legislativa una “licenza di uccidere” e ricordando come l’umanità
di una società si misuri con il modo in cui tratta le categorie più vulnerabili. I
due emendamenti votati ieri dall’assemblea hanno eliminato il primo controverso articolo
del testo che consentiva a ogni persona maggiorenne e in grado di intendere, affetta
da un male incurabile allo stadio terminale causa di una sofferenza fisica o psichica
insanabile, di chiedere assistenza medica per ottenere una morte rapida e indolore.
In Francia, in realtà, una legge sul fine vita esiste già: è la legge Leonetti, del
2005, che impedisce l’accanimento terapeutico, autorizza lo stop alle cure da parte
del malato, disciplina l’uso delle cure palliative, e regolamenta l’istituto del testamento
biologico, cioè permette al cittadino di esprimere in anticipo la propria volontà.
(A cura di Roberta Barbi)