La Federazione russa ratifica il trattato START sul disarmo nucleare
È “una buona notizia per la sicurezza e la stabilità internazionali”. Così il segretario
generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, a proposito della ratifica del trattato
START sul disarmo nucleare da parte del Consiglio della Federazione russa, all’indomani
del "sì" della Duma di Mosca. Il trattato Usa-Russia entrerà in vigore nelle prossime
settimane, dopo la firma del capo del Cremlino, Medvedev. A fine dicembre 2010, era
avvenuta la ratifica da parte di Washington. L’approvazione del parlamento russo giunge
nel giorno del lutto nazionale decretato dalle autorità in memoria delle 35 vittime
dell’attentato di lunedì scorso all’aeroporto di Mosca. Della nuova intesa sul disarmo
parla Giorgio Alba, ricercatore indipendente di non proliferazione nucleare,
intervistato da Giada Aquilino:
R. - Con
questo nuovo Trattato cambia il ruolo che svolge la Russia nei confronti della questione
nucleare. Mosca da partner potenziale diventa un partner reale nei confronti degli
Stati Uniti. Quindi si è assistito a un progressivo spostamento iniziato negli anni
Ottanta con Gorbaciov e l’Unione Sovietica: la Russia è diventata nel corso degli
anni un partner non ostile, un partner commerciale. E oggi diviene un partner importante
sulle questioni del disarmo nucleare, della non proliferazione. Anche sulla questione
del terrorismo, in questo caso, si apre una possibilità di un maggiore dialogo nella
prevenzione di quello nucleare.
D. - In particolare, per la Russia,
quanto è importante che l’approvazione dello START sia avvenuta a pochi giorni dall’attentato
disastroso all’aeroporto di Mosca?
R. - Per la Russia è molto importante.
Questo Trattato sarebbe stato approvato comunque, anche al di là dell’attentato. Ma
la vicinanza tra l’attentato, l’approvazione dello START e anche il discorso sullo
stato dell’Unione di Obama indicano che alcune questioni sono importanti nell’agenda
internazionale e - come il cambiamento climatico - devono essere affrontate con un
partenariato, quindi con un dialogo tra le principali potenze, senza polemiche. La
direzione da seguire è quella della riduzione degli armamenti nucleari, il che significa
che oggi il principale carico di lavoro, la principale responsabilità ricade sugli
Stati Uniti e sulla Russia, perché posseggono circa il 95 per cento di ordigni nucleari.
Successivamente, però, sarà necessario che anche Paesi come la Cina, la Francia, ma
anche l’India - che non fa parte del Trattato di non proliferazione - o come il Pakistan
entrino a far parte di questo dialogo per stabilire come ci si stia spostando da questo
mondo, nel quale esistono ancora ventimila testate nucleari, a un mondo in cui le
armi nucleari siano abolite. (bf)