2011-01-26 14:25:41

A San Cristobal de las Casas, tra migliaia di indios, si celebrano le esequie di mons. Samuel Ruiz Garcia


Per 40 anni è stata la sua “casa”. E oggi San Cristobal de las Casas si mobilita per rendere l’estremo saluto a mons. Samuel Ruiz Garcia, arcivescovo emerito della città messicana, scomparso ieri mattina a Città del Messico, all’età di 86 anni. Le esequie del presule saranno presiedute dal nunzio apostolico in Messico, l’arcivescovo Christophe Pierre, e celebrate nella cattedrale di San Cristobal, tra le più note località dello Stato del Chiapas. E proprio il Chiapas fu teatro dell’intensa attività in difesa dei diritti dei nativi, portata avanti per lunghi anni da mons. Ruiz Garcia. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

“Campione degli indigeni” o, con più semplicità e affetto, tatik, cioè “padre”. Da ieri, il destinatario di questi appellativi ha smesso di essere una presenza fisica per diventare un'icona per le migliaia di indigeni del Chiapas, tormentato Stato del sud del Messico. Per 40 anni, come arcivescovo di San Cristobal de las Casas, rinomata località anche turistica dello Stato, mons. Samuel Ruiz Garcia aveva esercitato il ruolo di pastore ma anche di faro-guida nella complessa opera di integrazione degli indios nella società messicana. Il pellegrinaggio di massa che da ieri i nativi della zona hanno intrapreso per tributare l’ultimo omaggio al loro “padre” è segno di quanto fosse radicata e apprezzata la pluridecennale opera di difesa dei diritti umani intrapresa in loro favore da mons. Ruiz. Un’opera che gli era valsa un Premio dall’Unesco nel 1978 e una candidatura al Nobel una quindicina di anni dopo.

In una lettera nella quale ricorda le tappe salienti della sua vita, l’attuale arcivescovo di San Cristobal, Felipe Arizmendi Esquivel, sottolinea come, fino alla fine, il presule scomparso avesse “continuato a servire i popoli indigeni e la causa dei poveri, in qualsiasi luogo e circostanza” fosse richiesta “la sua presenza”. E con toni analoghi il presidente messicano, Felipe Calderon, ha affermato che la morte di mons. Ruiz “costituisce una grande perdita per il Messico”, che il presule si sforzò di rendere “più giusto, solidale e senza discriminazioni”. In un’intervista di qualche anno fa, parlando della sua attività, il presule scomparso spiegava al microfono di Fernando Molina, della redazione ispanoamericana della nostra emittente, quali fossero le difficoltà sociali patite dal Chiapas:

R. – Sono difficoltà del sistema economico, perché certamente cresce la povertà e anche se la sensazione acuta diminuisce ai livelli superiori, ai livelli più bassi della società la situazione si fa più cruda. C’è quindi una manifestazione costante, non solo nel Chiapas, ma in tutta la Repubblica messicana, e una protesta contro cose che aspettano ancora una vera risposta. Non si è scelta un’alternativa, ma soltanto una ricomposizione dello stesso sistema. La preoccupazione è, da un lato, che si possa dire statisticamente che il nostro Paese è migliorato, dall'altro invece la base popolare continua ad essere sfruttata.(ap)







All the contents on this site are copyrighted ©.