Strage all'aeroporto di Mosca. Si segue la pista del terrorismo caucasico
A Mosca e nelle zone limitrofe della capitale, proseguono ad ampio raggio le indagini
per svelare la matrice dell’attentato che ieri ha fatto strage nell'aeroiporto Domodedovo
di Mosca. Per ora si lavora sulla pista dell’indipendentismo caucasico, ma non si
escludono svolte clamorose. Il presidente Medvedev annuncia severi provvedimenti per
rafforzare la sicurezza nel Paese e per assicurare alla giustizia gli autori della
strage. Il servizio di Giuseppe D’Amato:
La macchina
investigativa lavora da ore a pieno regime. Si controllano i filmati dei video a circuito
chiuso e si verificano le numerose testimonianze, alcune delle quali discordanti fra
loro. Roventi sono le polemiche sulla stampa, specialmente dopo che il presidente
Medvedev ha denunciato falle nei sistemi di sicurezza. Gli attentatori, secondo le
ricostruzioni di un paio di autorevoli quotidiani generalmente bene informati, sarebbero
entrati nello scalo da un ingresso quasi sempre incustodito con in mano una valigia.
Un corpo con la testa mozzata è stato trovato dagli inquirenti. Su Internet gira un
filmato-testamento con un uomo, probabilmente uno degli attentatori, che urla minacce.
Da oltre una settimana, secondo fonti d’agenzia, le forze dell’ordine erano in stato
d’allerta, ma non sono riuscite ad evitare la strage. Tre sarebbero tuttora le persone
ricercate dalla polizia. Il gruppo sarebbe giunto nella capitale a bordo di un’automobile
dal Caucaso. “Il terrorismo – ha ribadito oggi il presidente Medvedev, che ha rimandato
un suo viaggio al Forum economico internazionale di Davos – rimane la più grave minaccia
per il Paese”. Le misure di sicurezza intorno ad obiettivi sensibili sono state rafforzate.
L’attentato
dell’aeroporto moscovita Domodedovo rappresenta, dunque, un colpo al cuore della Russia.
Gabriella Ceraso ha chiesto un’analisi a Vittorio Strada, docente di
Lingua e letteratura russa all’Università Ca’ Foscari di Venezia:
R. – Mi sembra
che questo atto così grave sia una svolta nella vita interna della Federazione russa,
sia nelle relazioni tra l’opinione pubblica, sia nelle misure che saranno prese dalle
autorità, sia come inasprimento della lotta al terrorismo armato. Quello che viene
ventilato dalle autorità è la presenza di forze esterne alla Federazione russa stessa.
D.
- Un fatto comunque mirato in un momento ben preciso. Il messaggio quale può essere?
R.
– Può essere una sfida, evidentemente. Una sfida, perché proprio in questo aeroporto
ultramoderno gli attentatori sono arrivati indisturbati. Una sfida e una prova di
forza nel contesto della situazione interetnica russa, che è molto tesa e che preoccupa
fortemente le autorità. Questo avviene in un momento in cui l’opinione pubblica russa
è mobilitata spontaneamente in questa direzione. Quindi è un fatto di particolare
rilievo. (bf)
Un attentato eclatante quello all’aeroporto di Mosca. Sugli
obiettivi che erano nelle intenzioni degli attentatori, Giancarlo La Vella
ha intervistato Emanuele Schibotto, della rivista di geopolitica e relazioni
internazionali “Equilibri.net”:
R. – L’obiettivo
di un episodio del genere è senza dubbio quello d’intimidire il Paese, le autorità,
diffondere paura ed insicurezza nella popolazione. Il presidente Medvedev ha subito
puntato il dito, in maniera molto chiara, contro i responsabili dell’aeroporto russo.
Potrebbe essere una mossa per dare tranquillità alla popolazione, per far capire che
c’è una persona al comando che dirige le operazioni.
D. – La pista caucasica
indicherebbe che si tratta di un episodio che fa parte delle dinamiche interne russe.
Ma, secondo lei, è lecito pensare anche a qualcosa che venga da oltreconfine?
R.
– Secondo me, per quanto possiamo sapere adesso, si tratta di una pista senz’altro
interna. E’ da appurare se si tratti della pista cecena o degli indipendentisti del
Caucaso del Nord. Sono attentati che si ripetono ciclicamente e che indicano la presenza
di due istanze chiaramente contrapposte: l’istanza russa, che difende i propri confini
nazionali, la propria sovranità e quella cecena o delle Repubbliche indipendentiste,
che rivendicano il principio di autodeterminazione del proprio popolo. (vv)