2011-01-25 14:49:13

Pakistan: il 30 gennaio grande preghiera per la pace nel Paese indetta dai vescovi


Di fronte alla polarizzazione che affligge la società, di fronte alle divisioni che spesso sfociano in violenza, di fronte all’uso strumentale della religione da parte di movimenti islamici radicali, la Chiesa cattolica ha indetto una grande preghiera per la pace in tutto il Paese. Come comunicato all’agenzia Fides dalla Conferenza episcopale del Pakistan, la Giornata si terrà in tutte le chiese domenica prossima, 30 gennaio, e avrà un carattere allargato, a livello ecumenico e interreligioso. Sono invitati, infatti – si legge nella nota diffusa da mons. Lawrence Saldhana, arcivescovo di Lahore e presidente della Conferenza episcopale – le altre chiese cristiane presenti nel Paese, nonché esponenti di altre religioni, attivisti per i diritti umani e tutti gli uomini di buona volontà che credono nella pace come “bene supremo da tutelare per il Pakistan”. Sarà una Giornata di preghiera e digiuno per chiedere a Dio il dono essenziale della pace, e per mostrare che “come cristiani, il nostro contributo è sempre quello di unire, di portare un messaggio di riconciliazione e di perdono”, spiega padre John Shakir Nadeem, Segretario della Commissione episcopale per le Comunicazioni Sociali, rimarcando che in tutte le chiese e negli istituti cristiani è iniziata la mobilitazione per chiamare i fedeli alla preghiera. La Giornata del 30 gennaio vuole essere la risposta pacifica alle mobilitazioni, spesso di natura violenta, che “gruppi islamici radicali continuano a indire in tutto il Paese, in difesa della legge sulla blasfemia”, spiega il sacerdote. Una manifestazione dei movimenti radicali è annunciata proprio per il 30 gennaio, “ma noi cristiani non vogliano reagire o rispondere alle provocazioni, bensì pregare e digiunare, rimettendo nelle mani di Dio le difficoltà che oggi vive il Pakistan”. La situazione sociale, nota padre Nadeem, “è tesa a tutti i livelli: la povertà affligge larghe fasce di popolazione; il fanatismo prende piede e si fa pervasivo; i partiti politici, di maggioranza e opposizione, sembrano badare ai propri interessi piuttosto che al bene comune”. In tale contesto, “le minoranze cristiane soffrono per discriminazione ed emarginazione”. Sulla legge della blasfemia “credo che, data la tensione che avvolge il Paese, non è realistico pensare alla sua abolizione o alla revisione. Ma si potrebbero almeno promulgare nuove leggi che aiutino a evitarne gli abusi” conclude il sacerdote. (R.P.)







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