Messico: cordoglio per la morte di mons. Ruiz, il "vescovo dei poveri" del Chiapas
È morto ieri mattina per complicazioni legate all’ipertensione e al diabete di cui
soffriva e che il 12 gennaio scorso avevano portato al suo ricovero in un ospedale
di Città del Messico, mons. Samuel Riuz Garcia, vescovo emerito di San Cristóbal de
las Casas, in Chiapas. Premiato nel 2002 dalla giuria del Premio internazionale per
i diritti umani, istituito nel 1978 dall'Unesco, e candidato nel 1994 al premio Nobel
per la Pace per il ruolo di mediazione svolto tra il governo messicano e l’insurrezione
zapatista dell’Ezln (Esercito zapatista di liberazione nazionale), monsignor Ruiz
è stato più volte definito il vescovo “degli indios e dei poveri”. La notizia - riferisce
l'agenzia Misna - ha sollevato un’ondata di commozione nel Paese dove, l’ormai 86enne
vescovo era ricordato come un uomo di pace vicino alle necessità degli ultimi e più
poveri della società messicana, ovvero i contadini indigeni delle regioni meridionali
del Messico. A San Cristobal de Las Casas, la città chiapaneca di cui Ruiz è stato
vescovo per oltre 40 anni, il corpo del vescovo emerito è arrivato nella notte, atteso
da centinaia di persone. I funerali sono previsti domani e monsignor Ruiz dovrebbe
essere sepolto alle spalle dell’altare della “cattedrale della pace”, la principale
Chiesa di San Cristobal. Ieri migliaia di persone, incluse numerose personalità politiche
appartenenti a ogni schieramento parlamentare, si sono recate alla cappella del Centro
universitario culturale (Cuc) di Città del Messico dove era stata portata la salma
del presule. Officiando la messa in omaggio di mons. Samuel Ruiz organizzata nella
cappella del Cuc, il vescovo di Saltillo, mons. Raúl Vera, ha ricordato come “tatic"
(che significa "padre" in lingua tzotzil) Samuel ha sempre avuto occhi per vedere
l’immagine di Dio in ognuno dei suoi fratelli e sorelle”. “Tu, tatic Samuel, sei stato
perseguitato per aver seguito la causa della giustizia. Sei stato oggetto di ingiurie
e calunnie e di innumerevoli persecuzioni, vituperi e insulti per aver difeso la causa
di Gesù” ha detto mons. Vera in piedi di fronte alle spoglie di mons. Ruiz, mentre
la folla rendeva omaggio con applausi e ovazioni all’emerito vescovo chiapaneco. La
messa funebre di domani sarà officiata dal nunzio apostolico mons. Christophe Pierre,
mentre la protezione civile sta già organizzando punti di accoglienza e ristoro per
le migliaia di indios attesi da tutto il Chiapas per rendere l’ultimo omaggio al loro
vescovo. Assunto l’incarico della diocesi di San Cristóbal a soli 35 anni, mons. Ruiz
si rese subito conto della situazione di emarginazione, povertà e abbandono nella
quale vivevano gli indigeni del Chiapas, sfruttati da proprietari terrieri che si
servivano di bande criminali per seminare il terrore. Durante i 40 anni di servizio
nella sua diocesi, mons. Ruiz ha visitato 2042 comunità, percorrendo tutta la zona
a piedi o a cavallo. Nel 1974 organizzò un congresso al quale parteciparono 2000 indigeni
del sud del Messico e nel 1988 fondò il Centro dei diritti umani Fray Bartolomé del
Las Casas. Nella storia del Messico sarà ricordato come una delle figure religiose
di maggior influenza per la difesa e la denuncia di violazioni nei confronti degli
indigeni, per la lotta contro le discriminazioni razziali e per il suo impegno per
la pace nei negoziati tra governo e guerriglieri. (R.P.)