Filippine: ucciso un giornalista e attivista per i diritti umani. Sconcerto nel Paese
Gerry Ortega, giornalista e attivista per i diritti umani è stato ucciso ieri a colpi
di arma da fuoco, nella città di Puerto Princesa, sull’isola di Palawan, nel centro
dell’arcipelago filippino. Si tratta del 142° giornalista che perde la vita in 25
anni, ed è l’ulteriore vittima della scia di esecuzioni extragiudiziali che da decenni
sconvolgono il Paese. Proprio alcuni giorni fa - riferisce l'agenzia Fides - i vescovi
filippini avevano messo in guardia per l’aumento della criminalità e della violenza,
che colpisce soprattutto giornalisti, religiosi, attivisti, sindacalisti, avvocati
e quanti difendono i diritti delle fasce di popolazione più povere ed emarginate.
Ortega, infatti, era impegnato nel Comitato per la salvezza dell’isola di Palawan
e per la protezione delle sue comunità indigene. Spesso nelle sue trasmissioni radiofoniche
dava spazio al Forum di missionari, comunità cristiane, Ong, associazioni ambientaliste
che hanno lanciato una petizione per impedire la devastazione di una delle più belle
isole dell’arcipelago filippino: Palawan rischia di essere devastata a causa di vasti
progetti di estrazione mineraria autorizzati dal governo filippino, centrale e provinciale.
Palawan è abitata da tribù indigene locali come Tagbanua, Palawanon, Tau't Bato, Molbog,
Batak, che vivono in piccoli villaggi sulle aree montuose o lungo le coste, grazie
alla pesca e all’agricoltura di sussistenza. “In questo momento l’isola è a forte
rischio: sono iniziati infatti i lavori di costruzione delle strade per aprire le
cave e i cantieri estrattivi, affidati alle multinazionali MacroAsia e Celestial”
informa il Comitato “Salviamo Palawan”. Secondo l’accordo con il governo di Manila,
la “MacroAsia” ha diritto di estrazione sulla terra che da sempre appartiene – secondo
il concetto dell’ancestral domain – alle comunità indigene, alcune delle quali hanno
rari contatti con il mondo esterno. I progetti di sfruttamento minerario mettono dunque
seriamente a rischio la loro sopravvivenza. Il Forum ha espresso sdegno e sconcerto
per l’esecuzione di Ortega e ha ribadito al governo la richiesta di revocare il “Mining
Act” del 1995, che “è stato realmente disastroso per le popolazioni indigene delle
Filippine”. (R.P.)