Si moltiplicano notizie
che riferiscono di comportamenti contrari al pubblico decoro e si esibiscono squarci
– veri o presunti – di stili non compatibili con la sobrietà e la correttezza, mentre
qualcuno si chiede a che cosa sia dovuta l’ingente mole di strumenti di indagine.
La collettività guarda sgomenta gli attori della scena pubblica, e respira un evidente
disagio morale. La vita di una democrazia si compone di delicati e necessari equilibri,
poggia sulla capacità da parte di ciascuno di auto-limitarsi, di mantenersi cioè con
sapienza entro i confini invalicabili delle proprie prerogative. Dalla situazione
presente – comunque si chiariranno le cose – afferma il cardinale Angelo Bagnasco,
presidente dei vescovi italiani da Ancona dove è unito il Consiglio Permanente della
Cei, nessuno ricaverà realmente motivo per rallegrarsi, né per ritenersi vincitore.
Troppi oggi – seppur ciascuno a modo suo – contribuiscono al turbamento generale,
a una certa confusione, a un clima di reciproca delegittimazione. E questo potrebbe
lasciare nell’animo collettivo segni anche profondi, se non vere e proprie ferite.
E quale futuro comune potrà risultare, se il terreno in cui il Paese vive rimanesse
inquinato? È necessario fermarsi − tutti − in tempo, fare chiarezza in modo sollecito
e pacato, e nelle sedi appropriate, dando ascolto alla voce del Paese che chiede di
essere accompagnato con lungimiranza ed efficacia senza avventurismi, a cominciare
dal fronte dell’etica della vita, della famiglia, della solidarietà e del lavoro.
Come Pastori che amano la comunità cristiana, e come cittadini di questo caro Paese,
diciamo a tutti e a ciascuno di non cedere al pessimismo, ma di guardare avanti con
fiducia.