Negoziati segreti tra israeliani e palestinesi: in Medio Oriente si discute sulle
rivelazioni di Al Jazeera
L'Autorità nazionale palestinese nel 2008 e nel 2009 avrebbe offerto segretamente
a Israele ''enormi concessioni'' su Gerusalemme che lo Stato ebraico avrebbe poi rifiutato.
A rivelarlo l'emittente panaraba Al Jazeera, che ha pubblicato assieme al britannico
Guardian alcuni dei circa 1.700 file segreti su centinaia di incontri tra palestinesi,
israeliani e americani. L’Anp ha respinto le rivelazioni: ''Non abbiamo segreti da
nascondere'', ha detto il presidente Abu Mazen. Intanto è giunta la sentenza della
Commissione d’inchiesta israeliana sull’attacco contro la flottiglia pacifista. Il
servizio di Graziano Motta:
Una divisione
minuziosa dei quartieri di Gerusalemme Est emerge dai documenti segreti sui negoziati
israelo-palestinesi, avvenuti tre anni fa. Migliaia di protocolli di lavoro e scambi
di corrispondenza, che evocano scenari di soluzione per la Spianata delle Moschee
o che riguardano la sovranità sui quartieri-satellite della città, come anche un possibile
scambio di territori, il ritorno di 100 mila profughi palestinesi in dieci anni o
la liberazione di prigionieri. Documenti che i fondamentalisti islamici di Hamas denunciano
come “liquidatori della causa palestinese”; per il negoziatore Saeb Erekat sono in
gran parte menzogneri. E’ stato pubblicato anche il rapporto della Commissione israeliana
d’inchiesta sull’arrembaggio alla flottiglia turca, che intendeva violare il blocco
di Gaza. “L’arrembaggio – si sostiene – avvenne nel rispetto del diritto internazionale
ed i soldati uccisero per legittima difesa”. Risultanze completamente diverse da quelle
accertate dalla Commissione internazionale, promossa dalle Nazioni Unite.
L’Autorità
nazionale palestinese ha dunque respinto e criticato le rivelazioni di Al Jazeera
e del britannico Guardian. Ma è possibile che tra il 2008 e 2009 ci possano
essere state delle concessioni palestinesi poi rifiutate da Israele? Risponde Maria
Grazia Enardu, docente di Storia di Israele moderno all’Università di Firenze,
intervistata da Giada Aquilino:
R. -
E’ possibilissimo, anche perché in quel momento l’Olp, che è la maggioranza di Fatah,
era in grande difficoltà. E’ anche possibile - ma lì ci si avventura nelle ipotesi
- che abbiano deciso di provarle tutte per misurare i confini delle eventuali vere
discussioni con Israele.
D. - Per quanto riguarda i negoziati, che anni
erano quelli?
R. - Si parla del 2008-2009, il che indica un momento
in cui si passò dal governo Olmert, che era un governo di centro destra, al governo
Netanyahu insediatosi nel marzo del 2009, che è un governo di destra ed estrema destra.
D.
- Secondo le rivelazioni, l’Anp avrebbe proposto l’annessione da parte di Israele
di tutti gli insediamenti a Gerusalemme tranne Har Homa e poi una divisione della
Città Vecchia. Che tipo di accordo sarebbe stato?
R. – Quello che i
documenti rivelano sono discussioni preliminari. Mai e poi mai si è arrivati a un
vero negoziato che stabilisse punto per punto il contenuto di queste proposte. Semmai
è interessante - secondo quanto si legge in questi documenti - che Israele abbia rifiutato
questa proposta preliminare. Le conseguenze vere di lungo termine, che si vedranno
da domani in poi, sono che - superata la fase di sconforto che hanno i palestinesi
nel vedere rivelati, vere o meno vere che siano queste fonti, i loro tentativi di
negoziato - domani in qualunque sede diplomatica che conti potranno dire a voce alta
ai loro interlocutori: noi le abbiamo provate tutte.
D. – Perché proprio
ora, secondo lei, sono uscite queste notizie?
R. - Se è vero che partono
da rivelazioni di Al Jazeera, possono esserci dinamiche interne al mondo arabo che
come sappiamo è piuttosto movimentato in questo frangente; però possono anche essere
situazioni di puro desiderio di scoop che maturano in un momento particolare.
D.
– A livello ufficiale i negoziati sul futuro palestinese potrebbero essere influenzati
da queste rivelazioni?
R. – I negoziati no, ma potrebbe essere influenzato
il quadro di riferimento. In sede Onu si parla di risoluzioni. Si sa che è in preparazione
- il che non significa che poi ci si arrivi - una possibile risoluzione Onu che condanni
gli insediamenti di Israele e si sa che questa risoluzione ha già l’appoggio di 120
Paesi. Non si sa se gli americani, cioè la presidenza Obama, opporranno il veto. Si
parla anche del riconoscimento, in futuro, di uno Stato palestinese fatto da importanti
Stati europei e non europei, sempre in ambito Onu. E’ la strada che forse il primo
ministro Fayyad potrebbe percorrere, anche sulla base di questo ‘incidente’ di rivelazione
dei documenti.(bf)