Si è spenta ieri a Roma Tullia Zevi, storica figura dell’ebraismo italiano
All’età di 92 anni è scomparsa ieri Tullia Zevi, figura storica della comunità ebraica
italiana. Da qualche settimana era ricoverata all’ospedale Fatebenefratelli di Roma.
Giornalista, intellettuale illuminata, fu la prima donna a ricoprire, dal 1983 al
1988, l’incarico di presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei).
Fu lei a firmare, nel 1987 con Bettino Craxi, la storica intesa che da allora regola
i rapporti tra lo Stato italiano e l’ebraismo. Nata a Milano nel 1919 da una famiglia
ebrea borghese, in seguito alla promulgazione delle leggi razziali, fu costretta a
scappare prima in Francia e poi negli Stati Uniti, dove completò gli studi universitari
e musicali: suonava, infatti, l’arpa a livello professionale. Alla fine della guerra
tornò a Roma con il marito Bruno Zevi e qui svolse la sua carriera da giornalista,
per 30 anni corrispondente del quotidiano israeliano Maariv. Tullia Zevi ricevette
anche diverse onorificenze: una fra tutte, la nomina a Cavaliere di Gran Croce, nel
1992, il massimo titolo assegnato dallo Stato italiano. Unanime il cordoglio del mondo
politico e della comunità ebraica d’Italia: “Una figura storica che ci lascia un vuoto
difficile da colmare – ha detto il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo
Pacifici – fu la prima a gestire, in modo eccellente, la comunicazione esterna dell’ebraismo”.
“Ha rappresentato l’anima laica dell’ebraismo italiano, mantenendo sempre un equilibrio
virtuoso con le esigenze religiose – ha aggiunto il rabbino capo di Roma, Riccardo
Di Segni – con lei finisce un’epoca di ricostruzione post bellica: dobbiamo molto
a lei se oggi l’ebraismo italiano è più apprezzato e riconosciuto”. I funerali si
svolgeranno domani mattina a Roma. (R.B.)