Luoghi di culto per stranieri: sono 256 nella provincia di Roma. Presentata la Guida
di Caritas e Ufficio Migrantes
E’ stata presentata nei giorni scorsi a Roma la quinta edizione della Guida ai luoghi
di culto per gli immigrati realizzata dalla Caritas diocesana della Capitale e dall’Ufficio
Migrantes della Diocesi. Il volumetto censisce 256 luoghi di incontro e di preghiera
per gli immigrati nella Provincia di Roma. Sono 208 quelli nella Capitale, con un
incremento di 34 centri di culto rispetto al 2008. Il servizio di Fabio Colagrande:
“Una guida
che mostra la vocazione della città di Roma, centro del cattolicesimo e, allo stesso
tempo, luogo in cui la libertà religiosa trova la sua massima espressione”. Così il
direttore della Caritas diocesana, il vescovo Enrico Feroci, ha descritto l’edizione
2011 di questo vademecum sui luoghi religiosi della città, realizzato in collaborazione
con gli assessorati alle Politiche Sociali di Comune e Provincia di Roma. La guida
è nata nel 1998 per rispondere alle esigenze spirituali degli immigrati e per evidenziare
il ruolo sociale che rivestono i centri di preghiera. Franco Pittau,
coordinatore del Dossier statistico immigrazione Caritas-Migrantes:
R.
- Quando si parla di religione, normalmente, si ha diffidenza: nel mondo di oggi c’è
una grande diffidenza nei confronti di uno che vive la dimensione religiosa. Invece
in questa guida, con molta semplicità vengono raccolti tutti i luoghi di preghiera
e di incontro di tutte le religioni - musulmana, induista, ebraica, buddista, sikh,
etc - e mostra questi luoghi come luogo dove si vada anzitutto a pregare. Questo perché
per un fedele la dimensione religiosa non è una dimensione di spreco ma luogo dove
si coltivano tante attività sociali e culturali di grande sostegno al processo stesso
di integrazione. Tra queste, l’aiuto per imparare la lingua italiana, ma anche per
non dimenticare il loro Paese affinché siano delle persone equilibrate.
Tra
le strutture elencate, sono 153 quelle delle comunità cattoliche. Seguono 35 centri
ortodossi, dei quali oltre la metà situati fuori Roma. Nella Capitale ci sono centri
di culto dei protestanti, dei musulmani, degli ebrei, dei buddisti, dei sikh e induisti.
Il commento del dott. Antonio Adamo, pastore della Chiesa valdese
di Piazza Cavour a Roma:
R. - E’ una bellissima iniziativa che permette
ai cittadini, ed ovviamente ai cittadini immigrati, di avere tutte le informazioni
fondamentali per poter trovare i propri luoghi di culto. Ma questo permette anche
ai romani e alle romane di conoscere quale sia la realtà religiosa della propria città.
E’ un’apertura ad un mondo più grande che è presente nelle nostre città, tra i lavoratori
migranti, tra studenti e studentesse.
D. - Indicare tutti questi luoghi
dove pregano i fedeli delle altre religioni è un invito a rispettare la libertà di
coscienza di ogni immigrato…
R. - E’ fondamentale perché la dimensione
religiosa è quella più intima e delicata della persona umana. Quando si è stranieri,
in un luogo che non è la propria patria, in un luogo del quale spesso non si conosce
la propria lingua, è fondamentale poter avere la possibilità di ritrovarsi in breve
tempo vicino a persone che confessano la propria fede religiosa. In questa Settimana
di preghiera per l’unità dei cristiani ho apprezzato particolarmente questa iniziativa,
proprio perché si inserisce in una dimensione di accoglienza fraterna e, quindi, non
di semplice tolleranza senza alcun tipo di supporto. Io ti accolgo e ti do tutte le
informazioni che sono necessarie per poterti ritrovare un pochino come a casa tua.
Questo è importantissimo. Io credo che, soprattutto dopo quello che recentemente è
accaduto in Egitto e in Nigeria, questo sia un segno da parte dei cristiani, una risposta
adeguata ai tempi. E’ un segno di pace ed anche questo è importante tenerlo in considerazione!
(mg)