L'arcivescovo di Dublino sulla settimana ecumenica: in Irlanda un cammino di riconciliazione
“Gli irlandesi d'oggi hanno un atteggiamento per la religione spesso caratterizzato
dall'ambivalenza”: questo il giudizio espresso da mons. Diarmuid Martin, arcivescovo
di Dublino, nel corso dell'omelia della Messa, celebrata martedì scorso presso la
chiesa di san Giovanni Battista a Clontarf, in occasione della cerimonia inaugurale
per l'inizio della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. L'arcivescovo
di Dublino ha sottolineato che “la religione ancora occupa un posto molto importante
nell'ambito della società irlandese”. C'è il riconoscimento per quanto la Chiesa fa
verso i suoi fedeli e l'intera popolazione. “Tuttavia è anche presente del rancore
per alcuni comportamenti di persone che agiscono nell'ambito della Chiesa”. “Questi
comportamenti di alcuni vanno a danno dei tanti che invece sono impegnati ad alleviare
i bisogni della nostra società. Questa è un'ambivalenza che ancora permane”. “Ogni
volta - ha sottolineato il presule - Gesù prende una sentenza ben nota della legge
di Mosè e la riformula radicalmente non per abolirla ma per trasformare il suo livello
di contenuto e di significato”. Dopo aver ribadito che “l'insegnamento di Gesù è radicale”,
l'arcivescovo di Dublino ha affermato “che un codice morale di norme minime può essere
necessario per evitare che più grandi abusi possano distruggere il nostro senso di
interazioni umane e di solidarietà”. “Tuttavia - ha ammonito - le relazioni profonde
non possono basarsi sul minimalismo. La vita di un cristiano non può essere fondata
su una casistica minimalista”. Ricordando la ricorrenza del giorno di apertura della
settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, il presule ha poi dichiarato che
“le organizzazioni cristiane presenti a Dublino si incontrano per pregare per l'unità
di tutti i credenti in Gesù Cristo”. Questo non è certamente solo un atto rituale
o un gesto di cortesia che si ripete ogni anno. Bisogna piuttosto riflettere su un
reale impegno e sul desiderio per raggiungere la piena e visibile unità dei cristiani.
“Questo desiderio non è solo qualcosa di pratico, di utile o semplicemente piacevole.
Invece è il desiderio di adempiere alla preghiera di Gesù stesso. Questo è un cammino
di pentimento”. Riferendosi alle varie comunità cristiane presenti nella capitale
irlandese, l'arcivescovo ha sottolineato che “a Dublino si registrano numerosi miglioramenti
nel rapporto tra le comunità cristiane”. “La nuova varietà etnica della nostra società
ha dato impulso a tutte le nostre strutture e abbiamo accolto tra noi anche molti
cristiani provenienti dall'Africa. Inoltre sono presenti anche diverse comunità di
ortodossi”. “Ora ci conosciamo meglio l'un l'altro, spesso ci incontriamo, se necessario,
condividiamo anche i luoghi di culto, affrontiamo insieme i temi che riguardano il
benessere della società, collaboriamo come cristiani nel proseguire il dialogo con
i credenti delle altre fedi”. Nel corso dell'omelia, mons. Diarmuid Martin – rende
noto infine l’Osservatore Romano - ha pronunciato parole di riconoscenza nei confronti
del reverendo John Neill, vescovo anglicano di Dublino. “I progressi fin qui fatti
nel dialogo ecumenico – ha concluso - sono in parte dovuti alla sua opera e noi tutti
abbiamo imparato qualcosa da quanto lui ha insegnato per così lungo tempo”. (A.L.)