Caso Ruby. Tensione alta tra governo e magistratura
La politica italiana continua ad essere incentrata sul caso Ruby, l'inchiesta che
vede indagato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per concussione e favoreggiamento
della prostituzione minorile. L'opposizione chiede le dimissioni del premier. Il quale,
da parte sua, in un videomessaggio torna all'attacco della Procura di Milano. Intanto,
i Comuni bocciano il federalismo con la Lega che minaccia il voto se non passa la
riforma. Il servizio di Marco Guerra:
“Una procedura
irrituale e violenta indegna di uno Stato di diritto che non può rimanere senza un’adeguata
punizione”. È la dura accusa del premier Berlusconi ai pm milanesi che indagano sul
caso Ruby. Nel videomessaggio inviato ieri sera ai Promotori della Libertà, il presidente
del Consiglio parla di magistrati che, dice, tentano di sovvertire il voto. Segue
poi una puntigliosa memoria difensiva, dove Berlusconi dichiara di aver “finalmente
letto le 389 pagine” di quella che definisce “l'ultima persecuzione giudiziaria” ai
suoi danni. Berlusconi afferma che vorrebbe andare subito dal giudice per difendersi
da accuse ma – aggiunge – “non posso presentarmi da giudici che non hanno competenza
né funzionale né territoriale” e che “vogliono utilizzare questa vicenda come strumento
di lotta politica”. Al discorso televisivo del premier è seguita una ondata di polemiche
tra maggioranza, opposizione e magistratura. Di attacchi "inaccettabili" parlano esponenti
del Consiglio superiore della Magistratura e dell’Associazione nazionale magistrati.
Dimissioni ma niente voto è la richiesta comune del Pd e Terzo polo, con quest’ultimo
che apre su una rosa di nomi dell’attuale esecutivo per portare a termine la legislatura.
Tuttavia, Berlusconi ribadisce volontà di andare avanti per fare le riforme, fra cui
quella della giustizia. Quanto alla richiesta di autorizzazione a procedere, la Giunta
per le autorizzazioni della Camera ha deciso di rinviare al 25 gennaio l'esame degli
atti con i quali si chiede di poter perquisire gli uffici del contabile del premier.
Alla Camera, intanto, nasce “Iniziativa responsabile”, il gruppo composto da 22 deputati
fuoriusciti da diverse sigle politiche, che si autodefinisce “un valore aggiunto per
la maggioranza”. Infine, i Comuni bocciano il testo della riforma sul federalismo.
La Lega fa sapere che se la riforma non passa si andrà al voto.
Si acuisce
dunque il già tesissimo rapporto tra giudici e politici. Secondo il commentatore politico
Massimo Franco così “si rischia la paralisi: nella prosecuzione dell’azione
di governo e nello sviluppo delle indagini”. Paolo Ondarza lo ha intervistato: