2011-01-19 14:50:59

Sud Sudan: un voto libero ma l'Onu esprime ancora timori


Il flusso di migranti che dal nord tornano nelle regioni meridionali di origine, rischia di alimentare “una crisi umanitaria”: lo ha sostenuto l’inviato speciale dell’Onu per il Sudan, Haile Menkerios, in una riunione del Consiglio di sicurezza dedicata al referendum sull’autodeterminazione del Sud. Secondo il diplomatico delle Nazioni Unite - riferisce l'agenzia Misna - sono oltre un milione e 200.000 i sud-sudanesi rientrati nelle regioni di origine dopo gli accordi di pace del 2005. Il flusso si è intensificato nelle settimane che hanno preceduto il referendum di questo mese. Sulla base dei calcoli dell’Onu, le persone tornate al sud da ottobre sono circa 160.000. Ma le difficoltà sul piano sociale e umanitario legate all’integrazione di questi migranti in un’area tra le più povere dell’Africa non sono state l’unico tema discusso al Consiglio di sicurezza. In linea con le conclusioni delle principali missioni di osservazione di ritorno dal Sudan, ieri sera i rappresentanti dei 15 Paesi membri dell’organismo hanno sottolineato che il referendum si è svolto in modo libero e pacifico. Unanime anche l’appello alla collaborazione tra Khartoum e gli ex-ribelli al governo nelle regioni meridionali affinché, in linea con le scadenze fissate dagli accordi del 2005, i contenziosi aperti siano risolti entro sei mesi. A preoccupare il Consiglio di sicurezza sono soprattutto il rispetto dei diritti di cittadinanza delle minoranze etniche e religiose, la definizione delle frontiere comuni e i contrasti su Abyei, un’area dove si concentra una parte significativa delle risorse petrolifere del Sudan. Il referendum, previsto dagli accordi di pace, si è svolto tra il 9 e il 15 gennaio. Se i risultati giunti dalle prime circoscrizioni scrutinate saranno confermati, il voto porterà alla separazione da Khartoum delle regioni dove è concentrata la maggior parte degli idrocarburi sudanesi. (R.P.)







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