Rapporto sulle armi: record di esportazioni dall'Unione Europea
Nel 2009, hanno raggiunto la cifra record di 40,3 miliardi di euro le licenze all’esportazione
di materiali bellici dei Paesi dell’Unione Europea. La Francia si conferma il maggior
esportatore, seguita dall’Italia che supera la Germania e il Regno Unito. Sono alcuni
dei dati riportati nel XII Rapporto sul controllo delle esportazioni di tecnologia
e attrezzature militari pubblicato nei giorni scorsi sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione
Europea. Anna Rita Cristaino ha intervistato Giorgio Beretta di "Unimondo"
e membro della Rete Italiana Disarmo.
R. - Il rapporto
presenta tutta una serie di dati, ma non fa commenti o analisi. Il primo fatto è questo:
40,3 miliardi di autorizzazioni all’esportazione che significano un incremento del
20%; il secondo fatto è che i principali acquirenti di armamenti da parte dell’Unione
Europea sono ormai i Paesi del Sud del mondo, cioè tutta quell’area di Paesi dove
molto spesso le garanzie democratiche e il livello di libertà, non sono sempre osservati;
e il terzo dato importante è che, appunto, c’è un altro raddoppio di esportazione
di armamenti, che è soprattutto quello verso le aree più calde del pianeta, le aree
di maggior conflittualità - e non è un caso che il primo acquirente di armamenti dell’Unione
Europea siano i Paesi del Medio Oriente.
D. - Sono continuate anche
le esportazioni verso Paesi sotto embargo, nonostante ci sia una posizione comune
dell’Unione Europea che chiede agli Stati membri di non esportare armi verso Paesi
che possono utilizzarle per la repressione interna o per aggressione internazionale
…
R. - E’ un fattore estremamente preoccupante. Alla fine del Rapporto,
infatti, è elencata una serie di Paesi tra cui la Cina, l’Iran e la Repubblica Democratica
del Congo, il Libano, la Liberia, la Sierra Leone, lo stesso Myanmar - di cui non
è riportata la cifra; sono preoccupanti soprattutto le esportazioni verso la Somalia
e il Sudan. Questo fatto pone ulteriori interrogativi sulla serietà dei Paesi membri
dell’Unione Europea nel rispettare quelle norme che loro stessi si sono dati e hanno
accettato. C’è un meccanismo di controllo preventivo, ma non c’è poi un meccanismo
di controllo su quanto effettivamente è avvenuto. Questo spetta al Parlamento europeo,
ma spetta in modo particolare anche ai singoli Parlamenti nazionali.
D.
- Quindi, che cosa richiede maggiore attenzione, da parte dei singoli Parlamenti o
da parte del Parlamento europeo in generale?
R. - All’interno dell’Unione
Europea sono state approvate diverse direttive; una in particolare, che intende facilitare
i trasferimenti intra-europei di armamenti. In base a questa direttiva oggi tutti
gli Stati membri, ed anche l’Italia, stanno modificando le leggi sulle esportazioni
di armamenti. Voler quindi facilitare i trasferimenti intra-europei di armamenti non
deve diventare la scusa per diminuire i controlli sulle effettive esportazioni e soprattutto
i controlli verso quei Paesi che sono a rischio di gravi violazioni dei diritti democratici.
(ma)