Il presidente cinese negli Usa. Negoziati per una nuova cooperazione
Prende il via ufficialmente oggi la visita del presidente cinese Hu Jintao negli Stati
Uniti. A Washington, l’incontro col presidente Barack Obama. La missione di Hu prevede
anche una tappa a Chicago, venerdì. Anche se, secondo gli analisti, permangono divergenze
su questioni monetarie e diritti umani - ieri davanti la Casa Bianca è stata inscenata
una protesta di un centinaio di sostenitori della causa tibetana - Hu Jintao ha messo
in evidenza la necessità di cooperazione tra Usa e Cina. Sul perché nessuna delle
due superpotenze possa fare a meno dell’altra, ascoltiamo Fernando Mezzetti, commentatore
di politiche asiatiche, intervistato da Giada Aquilino:
R. - Per
gli equilibri internazionali: c’è una superpotenza militare e responsabile degli equilibri
mondiali e c’è la Cina che è diventata superpotenza economica e che si sta militarmente
potenziando sulla scena mondiale. Gli Stati Uniti ricevono Hu Jintao come mai è avvenuto
prima per un leader cinese. Questa esibizione di tappeti rossi avviene per attenuare
o quantomeno gestire in modo accomodante contrasti di fondo che ci sono tra queste
due grandi potenze.
D. - Permangono divergenze sulle rispettive monete,
dollaro e yuan, per esempio?
R. - La settimana scorsa, il segretario
Usa al Tesoro, Timothy Geithner, ha fatto un discorso sulla Cina, in cui ha messo
la sordina sulle sue critiche per il mancato apprezzamento dello yuan e riconoscendo
che di fatto lo yuan si sta apprezzando, perché l’inflazione in Cina sta accelerando
più di quanto non avvenga negli Stati Uniti. Un complesso discorso finanziario e valutario,
ma non è questo il problema. Il problema ora è quello relativo ai contrasti strategici
e, in tale ambito, da parte americana vengono riportati in primo piano i diritti umani.
Ci sono due elementi: primo, un Nobel per la pace come Obama non può ignorare che
il Nobel per la pace cinese, Liu Xiaobo, è tenuto dalle autorità cinesi in carcere;
e, secondo, come anticipato la questione dei diritti umani viene sollevata dagli Stati
Uniti in funzione strategica. La Cina si sta armando a ritmi più veloci di quanto
gli americani pensassero e vuole affermare la propria supremazia nell’area. Questo
suscita allarme in tutti i Paesi dell’area stessa. Si aggiunga poi che il maggior
punto di crisi internazionale, insieme con l’Iran, è proprio in una regione a “giurisdizione”
della Cina e cioè la Corea del Nord. (mg)