2011-01-19 08:13:07

Il presidente cinese negli Usa. Negoziati per una nuova cooperazione


Prende il via ufficialmente oggi la visita del presidente cinese Hu Jintao negli Stati Uniti. A Washington, l’incontro col presidente Barack Obama. La missione di Hu prevede anche una tappa a Chicago, venerdì. Anche se, secondo gli analisti, permangono divergenze su questioni monetarie e diritti umani - ieri davanti la Casa Bianca è stata inscenata una protesta di un centinaio di sostenitori della causa tibetana - Hu Jintao ha messo in evidenza la necessità di cooperazione tra Usa e Cina. Sul perché nessuna delle due superpotenze possa fare a meno dell’altra, ascoltiamo Fernando Mezzetti, commentatore di politiche asiatiche, intervistato da Giada Aquilino: RealAudioMP3

R. - Per gli equilibri internazionali: c’è una superpotenza militare e responsabile degli equilibri mondiali e c’è la Cina che è diventata superpotenza economica e che si sta militarmente potenziando sulla scena mondiale. Gli Stati Uniti ricevono Hu Jintao come mai è avvenuto prima per un leader cinese. Questa esibizione di tappeti rossi avviene per attenuare o quantomeno gestire in modo accomodante contrasti di fondo che ci sono tra queste due grandi potenze.

D. - Permangono divergenze sulle rispettive monete, dollaro e yuan, per esempio?

R. - La settimana scorsa, il segretario Usa al Tesoro, Timothy Geithner, ha fatto un discorso sulla Cina, in cui ha messo la sordina sulle sue critiche per il mancato apprezzamento dello yuan e riconoscendo che di fatto lo yuan si sta apprezzando, perché l’inflazione in Cina sta accelerando più di quanto non avvenga negli Stati Uniti. Un complesso discorso finanziario e valutario, ma non è questo il problema. Il problema ora è quello relativo ai contrasti strategici e, in tale ambito, da parte americana vengono riportati in primo piano i diritti umani. Ci sono due elementi: primo, un Nobel per la pace come Obama non può ignorare che il Nobel per la pace cinese, Liu Xiaobo, è tenuto dalle autorità cinesi in carcere; e, secondo, come anticipato la questione dei diritti umani viene sollevata dagli Stati Uniti in funzione strategica. La Cina si sta armando a ritmi più veloci di quanto gli americani pensassero e vuole affermare la propria supremazia nell’area. Questo suscita allarme in tutti i Paesi dell’area stessa. Si aggiunga poi che il maggior punto di crisi internazionale, insieme con l’Iran, è proprio in una regione a “giurisdizione” della Cina e cioè la Corea del Nord. (mg)











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