Ghana: il boom delle sette minaccia di scalzare il cristianesimo. L'allarme dei religiosi
La proliferazione delle sette in Ghana minaccia di scalzare il cristianesimo dal Paese.
È l’allarme lanciato dalla sezione ghanese dell’Unione dei religiosi africani (African
Religious Union of the Catholic Church, Ghana – Arug, in sigla) nel corso di una riunione
nei giorni scorsi a Ho, nella regione del Volta. Alla fine del 2010 si contavano
ben 7.897 nuove sedicenti chiese in Ghana, un vero e proprio business, più che un
fenomeno autenticamente religioso, denuncia l’Arug in un comunicato pubblicato sul
quotidiano “The Ghanaian Chronicle” e ripreso dall’agenzia Apic, che mette in guardia
la Chiesa. Molti dei leader di questi movimenti – afferma il comunicato - si auto-proclamano
“uomini di Dio”, facendosi chiamare addirittura vescovi, profeti, diaconi, anziani,
ma in realtà si tratta di persone con “un bassissimo livello di istruzione , che non
capiscono la Bibbia e la interpretano in modo superficiale”, sicuramente più accattivante
delle predicazione tradizionale del Vangelo proposta da un’istituzione antica come
la Chiesa. La riunione dei religiosi ghanesi non si è limitata a parlare di sette.
Ampio spazio è stato ad altre piaghe che minacciano “l’esistenza stessa della nazione
ghanese e la pace”: povertà, analfabetismo, ingiustizia, discriminazione, oppressione
e corruzione. I religiosi ghanesi denunciano in particolare l’aumento di fenomeni
come la prostituzione, l’alcolismo e il libertinismo ed esortano il governo, le Ong
e le organizzazioni religiose a lottare insieme contro il maltrattamento dei bambini,
le violazioni dei diritti umani e tutto quello che ostacola lo sviluppo del Paese.
In Ghana il cristianesimo è la religione maggioritaria (poco più del 50%) e i rapporti
con le altre comunità religiose tradizionali (musulmani e seguaci delle religioni
tribali) sono stati sinora improntati al dialogo e alla tolleranza reciproca. (L.Z.)