Congo: il cardinale Monsengwo giudica un passo indietro il turno unico alle presidenziali
Nella Repubblica democratica del Congo, continua ad alimentare dibatti e suscitare
reazioni la modifica costituzionale approvata venerdì sera dal Parlamento di Kinshasa,
riunito in seduta congiunta. Il provvedimento, boicottato dall’opposizione e varato
con semplice alzata di mano, reintroduce per l’elezione del capo dello Stato il voto
a turno unico a suffragio universale invece di due turni, ufficialmente allo scopo
di risparmiare. 485 parlamentari delle due camere, su 504 presenti al voto, si sono
detti favorevoli all’emendamento proposto dalla maggioranza del presidente uscente
Joseph Kabila, al potere dal 2001, eletto per la prima volta nel 2006; solo 8 hanno
votato no e 11 si sono astenuti; assenti i rappresentanti dell’opposizione, che hanno
annunicato Tra le voci critiche più autorevoli, quella del cardinale Laurent Monsengwo
Pasinya, arcivescovo di Kinshasa, le cui riserve sono state ampiamente riportate dalla
stampa. “Il cardinale Monsengwo ha detto che la modifica così come approvata rappresenta
un passo indietro della democrazia e che il presidente che verrà eletto rischia di
avere una ridotta popolarità”, ha riferito all’agenzia Misna padre Etienne Ung’Eyowun,
secondo vice segretario della Conferenza episcopale nazionale (Cenco). “Tuttavia,
queste parole – ha aggiunto padre Etienne - sono state strumentalizzate da alcuni
organi di stampa, che hanno assimilato il cardinale Monsengwo all'opposizione, mentre
non ha fatto altro che esprimere il suo parere.” “La Cenco – ha spiegato ancora padre
Etienne - ricorda che il cardinale e ciascun vescovo hanno il diritto di pronunciarsi
sugli obblighi inerenti agli uomini uniti in società, a nome della propria diocesi,
o, se sono riuniti, a nome della Cenco. Non si può impedire al cardinale Monsengwo
di parlare a nome suo, in quanto cittadino, e in quanto arcivescovo di Kinshasa”,
ha puntualizzato quindi padre Etienne. La Cenco si riunirà a febbraio e in quell’occasione
formulerà un parere concertato anche a proposito della modifica della Carta fondamentale
del 2006, in vista per le presidenziali, previste il prossimo 27 novembre. (R.G.)