2011-01-17 08:04:24

Referendum in Sudan: i primi dati indicano la volontà d'indipendenza del Sud


I primi risultati sul referendum per la secessione del Sud Sudan da Khartoum indicano che la quasi unanimità dei votanti vuole l'indipendenza. È quanto riferiscono fonti della Commissione elettorale. Si tratta di dati assolutamente parziali, che però confermano i pronostici fatti da tutti gli analisti e i responsabili politici sudanesi. Dando per scontata l'indipendenza, il capo sud sudanese, Salva Kiir, ha lanciato oggi un appello alla popolazione perchè sia pronta a perdonare il Nord per i morti inflitti al meridione del Paese, durante quasi 50 anni di guerra. Il servizio di Giulio Albanese:RealAudioMP3

È evidente che la stragrande maggioranza della popolazione sud sudanese abbia fatto la scelta dell’indipendenza, votando la settimana scorsa durante l’agognata consultazione referendaria. I risultati definitivi sono attesi tra un mese e c’è già chi parla di percentuali bulgare, attestate cioè attorno al 95 per cento. Le operazioni di voto si sono chiuse sabato alle ore 16.00 – ora italiana – e, secondo i dati preliminari diffusi dalla Commissione elettorale, avrebbe votato oltre l’80 per cento dei quattro milioni di aventi diritto. La soglia necessaria per la validità della consultazione era del 60 per cento e, dunque, si è trattato certamente di un grande successo. Detto questo, il cammino sarà tutto in salita: non fosse altro perché nel momento in cui verrà sancita la secessione, si tratterà di inventare un nuovo Stato, da cima a fondo: non solo dal punto di vista strutturale, ma anche e soprattutto da quello politico, col rischio – sempre in agguato – che le formazioni partitiche col tempo assumano una connotazione etnica. Inoltre, questa separazione riaprirà il confronto sulla gestione delle acque del Nilo, ormai insufficienti per le richieste di tutti i Paesi attraversati dal grande fiume. Il che significa un nuovo fronte di lotta per il pane, con due pericoli: non solo acuirsi delle proteste dei ceti meno abbienti del nord, ma anche l’intensificarsi del flusso migratorio verso il sud delle popolazioni nilotiche, animiste e cristiane, che saranno considerate – a questo punto – straniere dal governo di Khartoum. (mg)







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