Mons. Twal: la pace in Terra Santa "questione di vita o di morte per i cristiani"
“Solo una pace giusta e definitiva, basata sui diritti fondamentali della persona
e dei popoli, ottenuta con il dialogo e con gli accordi bilaterali è l’unico mezzo
di soluzione e di salvezza per il bene dei popoli della regione e per la Chiesa. Per
noi cristiani, infatti, la questione della pace è questione di futuro o meno, di vita
e di morte”. Dalla diocesi di Vittorio Veneto, dove è in visita in questi giorni,
il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, è tornato a parlare della situazione
in Terra Santa. Celebrando ieri nella cattedrale di Vittorio Veneto - riferisce l'agenzia
Sir - il patriarca ha ricordato le sofferenze dei palestinesi provocate dall’occupazione
israeliana che “toglie loro molti dei diritti fondamentali” e dal “muro di separazione,
lungo più di 700 km, che isola la popolazione palestinese” come anche “le barriere
militari, i prigionieri politici, la demolizione delle case, la continua perturbazione
della vita economica e sociale, e lo spinoso problema di migliaia di rifugiati”. “L’occupazione,
con la violenza e il terrorismo che ne seguono, - ha sottolineato - non fa bene né
all’occupante né all’occupato: l’uno ha costantemente paura di prendere misure contro
la smilitarizzazione, l’altro anziché vivere di collaborazione, riconciliazione e
amore, vive di rifiuto, di odio e di resistenza, che può arrivare fino alla disperazione”.
Una situazione che genera anche l’emigrazione dei cristiani, “una vera emorragia che
sta privando la Chiesa di Gerusalemme dei suoi migliori elementi, i giovani che hanno
più cultura. Siamo anche molto preoccupati delle iniziative unilaterali che rischiano
di mutare la demografia di Gerusalemme”. Di fronte a tutto questo, ha concluso il
patriarca latino, “crediamo che la violenza non sia la soluzione. Siamo convinti che
solo una pace giusta e definitiva, basata sui diritti fondamentali della persona e
dei popoli, ottenuta con il dialogo e con gli accordi bilaterali sia l’unico mezzo
di soluzione e di salvezza per il bene di tutti i popoli della regione e, naturalmente,
per la Chiesa. Per noi cristiani, infatti, la questione della pace è questione di
futuro o meno, di vita e di morte. Per questo, la Chiesa lavora instancabilmente per
la pace, soprattutto per creare fiducia nella possibilità di trovare soluzioni di
pace”. (R.P.)