Giornata di riflessione ebraico-cristiana nell’anniversario della visita di Benedetto
XVI alla Sinagoga di Roma
Si celebra oggi la Giornata di Riflessione ebraico-cristiana sul tema “Onora tuo padre
e tua madre”. Ieri, all’Angelus, Benedetto XVI ha sottolineato che tale ricorrenza
“richiama l’importanza delle radici comuni che uniscono ebrei e cristiani”. Voluta
dalla Conferenza episcopale italiana e realizzata sin dal 1990 in Italia, la Giornata
si inscrive nell’impegno a percorrere un cammino di dialogo, fraternità ed amicizia.
Quest’anno, poi, la Giornata assume un rilievo particolare giacché viene celebrata
nel primo anniversario della storica visita di Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma.
Sul significato di questa ricorrenza, Alessandro Gisotti ha intervistato il
vescovo di Pistoia, mons. Mansueto Bianchi, presidente della Commissione Cei
per l’Ecumenismo e il Dialogo:
R. – E’ una
giornata di riflessione, di conoscenza, di preghiera, che precede la settimana per
l’unità dei cristiani e mi pare che abbia una collocazione strategica. La conoscenza,
l’approfondimento, il dialogo con l’ebraismo sono per tutte le Chiese e per tutte
le comunità ecclesiali, una possibilità anche di conoscere in maniera migliore se
stesse e di approfondire il legame e i vincoli di comunione che le collegano, che
le relazionano le une alle altre. In questo senso la giornata per l’ebraismo è veramente
un dono, un’occasione per le nostre Chiese, per le nostre comunità cristiane.
D.
– Dal 2005 ormai le giornate dell’ebraismo sono dedicate al Decalogo. Quest’anno c’è
un richiamo forte al comandamento dell’amore verso il padre e la madre. Dunque è anche
un richiamo evidentemente a quanto cristiani ed ebrei possano fare assieme per la
famiglia …
R. – In una stagione culturale, in un tempo in cui la famiglia
è veramente molto fragile si assiste ad una proposta indifferenziata di modelli familiari
e la famiglia stessa ha bisogno di essere rimotivata nella profondità delle coscienze
delle persone e ha bisogno anche di essere rimotivata, sostenuta, proposta con coraggio,
con forza, nel dialogo culturale e nella convivenza sociale. Allora, questa quinta
parola “Onora il padre e la madre” è anche un’occasione per rafforzare la collaborazione
in ordine alla promozione di un modello di famiglia che sia secondo l’intendimento
della coscienza del credente e sia anche secondo i valori umani più autentici e riconoscibili
che stanno alla base della convivenza familiare e del modello familiare.
D.
– Questa giornata si celebra nel primo anniversario della visita di Benedetto XVI
alla Sinagoga di Roma …
R. – Un evento importantissimo anche perché
ha messo in guardia dai risorgenti rischi e tentativi di quel mostro, chiamiamolo
così, che sonnecchia sempre dentro le nostre civiltà e qualche volta anche dentro
la coscienza dell’uomo che è l’antisemitismo, una forma atroce di razzismo che il
ventesimo secolo purtroppo ha ben conosciuto e sperimentato. Ma durante quella visita
alla Sinagoga di Roma, il Santo Padre stesso fece riferimento e raccomandò anche il
valore di questo percorso che si sta snodando in questi anni proprio sul tema delle
10 parole, sul tema dei comandamenti, come spazio di riflessione e di dialogo nel
rapporto tra cattolicesimo ed ebraismo, ed è quello che stiamo portando avanti e che
sta avvenendo nell’impegno comune.(bf)
Sempre per ricordare la visita di
Benedetto XVI alla comunità ebraica romana, Fabio Colagrande ha intervistato
il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni:
R. - E’ stato
un evento molto importante. Malgrado ci fosse dietro un’atmosfera non del tutto serena
si è svolto bene, con soddisfazione delle parti, e ha segnato una tappa importante
nella prosecuzione dell’incontro tra le due religioni.
D. – A un anno
di distanza quali sono, secondo lei, i frutti più concreti di quella Giornata?
R.
– Il fatto che si sia tenuta quella Giornata e che si sia voluto andare avanti è un
frutto concreto che ci sostiene anche quando arrivano segnali, sempre da tutte le
parti, di tutti i tipi, che vorrebbero bloccare o ostacolare un incontro sereno.
D.
– Lei disse ai nostri microfoni che dopo quella visita in qualche modo la presenza
di un Pontefice in una Sinagoga diventava un fatto quasi ordinario. Conferma quell’impressione?
R.
– Possiamo sperare di sì, sta diventando una sorta di tradizione.
D.
– Nelle parole che pronunciò il Papa un anno fa ci fu qualche concetto, qualche idea
che le rimase particolarmente impressa?
R. – Ma è stato uno scambio
di riflessioni importanti sui ruoli che dobbiamo avere. C’è stata una riflessione
sui 10 Comandamenti. Quindi, è stato un modo per dire che cos’è che possiamo sostanzialmente
fare insieme o in collaborazione e quindi sono stati lanciati importanti segnali di
buona disponibilità. (bf)
Ma torniamo alla Giornata dell’ebraismo odierna.
Un evento per rafforzare il dialogo e l’amicizia tra cristiani ed ebrei. E’ quanto
afferma il rabbinoElia Richetti, presidente dell’Assemblea dei Rabbini
d’Italia, intervistato da Alessandro Gisotti:
R. – E’ un
dialogo che affonda le sue radici ormai in una storia non più cancellabile che ha
un significato molto importante per vari motivi: la lotta all’ignoranza, al pregiudizio,
ma anche la collaborazione su progetti etici e su istanze di grande livello mondiale.
D.
– Nello scegliere negli ultimi anni di approfondire il Decalogo si sottolinea anche
l’importanza delle radici comuni tra ebrei e cristiani …
R. - Ovviamente
il decalogo è una specie di scheletro base per una vita etica dei popoli che si riconoscono
in Dio.
D. - Un suo pensiero sulla Beatificazione di Giovanni Paolo
II …
R. – La Beatificazione è qualche cosa che attiene alle modalità
e al sistema di pensiero caratteristici del mondo cattolico sui quali non possiamo
e non dobbiamo esprimere un parere. Certo è che la figura di Wojtyla è una figura
che va tenuta in piena luce nella storia del mondo, nella storia dei rapporti interreligiosi
e, direi, nella storia anche del messaggio di fratellanza tra tutti gli esseri umani:
un messaggio veramente di livello elevatissimo che non può essere passato sotto silenzio
o minimizzato. (bf)