Pakistan: i cristiani sperano nella modifica della legge sulla blasfemia
La controversa legge sulla blasfemia in vigore in Pakistan continua a turbare la comunità
cristiana nel Paese asiatico che ne chiede l’abrogazione o quanto meno la modifica.
La società civile pakistana, ricorda l'agenzia Fides, ha mostrato una forte spaccatura
sulla questione. Per questo, i cristiani hanno accolto con grande soddisfazione la
notizia che il presidente del Pakistan Asif Ali Zardari ha discusso e parlato della
legge nel corso dei colloqui con il presidente Usa, Barack Obama, nella sua recente
visita alla Casa Bianca. Secondo quanto riferiscono fonti di Fides, nella comunità
cristiana in Pakistan “il fatto che la questione della blasfemia sia entrata nell’agenda
dei colloqui internazionali, accanto alla lotta al terrorismo, è di vitale importanza”.
“Vuol dire – proseguono -, che si comprende quanto sia essenziale per la società pakistana.
Si tratta di una battaglia di civiltà, di difesa dello stato di diritto, di custodia
dei principi basilari della democrazia e dei diritti inalienabili dell’uomo”. Il presidente
Zardari, secondo i cristiani, è oggi, insieme con il ministro cattolico per le Minoranze
Religiose Shabhaz Bhatti, “l’uomo politico con funzioni istituzionali di maggior peso
che è seriamente impegnato a tutelare la legalità, la difesa dei diritti e delle libertà
di tutti i cittadini pakistani, a qualsiasi religione appartengano”. Oggi, infatti,
il panorama politico nazionale, spiega la fonte di Fides, “vede il governo incerto
e titubante sulla questione della blasfemia, in quanto la sua stessa sopravvivenza
politica è legata, per certi versi, all’appoggio dei partiti religiosi, che impongono
una sorta di ricatto”. Il premier Gilani ha comunque riferito – dopo aver detto nei
giorni scorsi che la legge non sarebbe stata emendata – che "l’esecutivo intende battersi
per evitare le distorsioni e gli abusi della legge: questa è un’altra buona notizia".
Si potrà, ad esempio, eliminare la pena di morte, di cui è vittima la cristiana Asia
Bibi. Oppure – è un’altra proposta – prevedere che una denuncia di blasfemia si possa
registrare solo dopo l’esame e l’autorizzazione di una commissione interreligiosa.
Il dibattito, comunque, resta aperto a livello politico e sociale, e i cristiani auspicano
che si mantenga entro i binari di civiltà e di un confronto sereno, nel rispetto delle
posizioni di tutti. (M.G.)