2011-01-16 14:40:53

Pakistan: i cristiani sperano nella modifica della legge sulla blasfemia


La controversa legge sulla blasfemia in vigore in Pakistan continua a turbare la comunità cristiana nel Paese asiatico che ne chiede l’abrogazione o quanto meno la modifica. La società civile pakistana, ricorda l'agenzia Fides, ha mostrato una forte spaccatura sulla questione. Per questo, i cristiani hanno accolto con grande soddisfazione la notizia che il presidente del Pakistan Asif Ali Zardari ha discusso e parlato della legge nel corso dei colloqui con il presidente Usa, Barack Obama, nella sua recente visita alla Casa Bianca. Secondo quanto riferiscono fonti di Fides, nella comunità cristiana in Pakistan “il fatto che la questione della blasfemia sia entrata nell’agenda dei colloqui internazionali, accanto alla lotta al terrorismo, è di vitale importanza”. “Vuol dire – proseguono -, che si comprende quanto sia essenziale per la società pakistana. Si tratta di una battaglia di civiltà, di difesa dello stato di diritto, di custodia dei principi basilari della democrazia e dei diritti inalienabili dell’uomo”. Il presidente Zardari, secondo i cristiani, è oggi, insieme con il ministro cattolico per le Minoranze Religiose Shabhaz Bhatti, “l’uomo politico con funzioni istituzionali di maggior peso che è seriamente impegnato a tutelare la legalità, la difesa dei diritti e delle libertà di tutti i cittadini pakistani, a qualsiasi religione appartengano”. Oggi, infatti, il panorama politico nazionale, spiega la fonte di Fides, “vede il governo incerto e titubante sulla questione della blasfemia, in quanto la sua stessa sopravvivenza politica è legata, per certi versi, all’appoggio dei partiti religiosi, che impongono una sorta di ricatto”. Il premier Gilani ha comunque riferito – dopo aver detto nei giorni scorsi che la legge non sarebbe stata emendata – che "l’esecutivo intende battersi per evitare le distorsioni e gli abusi della legge: questa è un’altra buona notizia". Si potrà, ad esempio, eliminare la pena di morte, di cui è vittima la cristiana Asia Bibi. Oppure – è un’altra proposta – prevedere che una denuncia di blasfemia si possa registrare solo dopo l’esame e l’autorizzazione di una commissione interreligiosa. Il dibattito, comunque, resta aperto a livello politico e sociale, e i cristiani auspicano che si mantenga entro i binari di civiltà e di un confronto sereno, nel rispetto delle posizioni di tutti. (M.G.)







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