2011-01-16 13:40:56

L'arcivescovo Braz de Aviz alla Radio Vaticana: la vita consacrata è una grande ricchezza per la Chiesa


Il 4 gennaio scorso, il Papa ha nominato l’arcivescovo di Brasilia, mons. João Braz de Aviz, nuovo prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Il presule, che succede al cardinale Franc Rodé, ha 63 anni ed era alla guida dell’arcidiocesi di Brasilia dal 2004. Nel maggio scorso, ha organizzato il 16.mo Congresso Eucaristico Nazionale, in coincidenza con il 50.mo anniversario della città. Silvonei Protz gli ha chiesto di raccontare come ha accolto questa nomina:RealAudioMP3

R. – L’ho ricevuta con grande semplicità ed accogliendo quindi un servizio più vicino alla Santa Sede, alla Curia Romana e soprattutto alla persona del Santo Padre.

D. – Anche un riconoscimento da parte del Papa alla Chiesa in Brasile?

R. – Il cardinale Tarcisio Bertone mi ha detto che una delle ragioni di questa nomina era l’attenzione del Santo Padre alla Chiesa in Brasile.

D. – In che prospettiva vede questo lavoro al fianco del Santo Padre?

R. – Io penso che il primo ruolo sia proprio quello di essere molto vicino al cuore di Papa Benedetto XVI. Ma, allo stesso tempo, credo che sia fondamentale lo sforzo e l’impegno comune di tutto il gruppo che lavora nella Congregazione per accompagnare le persone consacrate in tutti quegli aspetti che caratterizzano la loro vita. Noi conosciamo bene la ricchezza che ha la Chiesa in questo ambito: sin dai primi secoli queste famiglie di monaci, di eremiti, di frati, di suore e di persone che hanno risposto ad un carisma che Dio ha suscitato nella Chiesa, hanno realizzato una storia di santità nella Chiesa. Io penso che questo lavoro nel campo della vita consacrata sia speciale. Il mondo di oggi spesso non dà più un grande valore a colui che decide di consacrarsi a Dio, per esempio nella verginità, nel celibato. E qui noi abbiamo uomini e donne, appartenenti a tante famiglie religiose, che hanno saputo comprendere questa luce e che sanno che in loro c’è questa luce che produce questo cammino verso la consacrazione. Questo è un patrimonio della Chiesa, in tutti i secoli. Io penso che questo sia un dono immenso per la Chiesa, che noi dobbiamo curare da molto vicino.

D. – Si parla di fioritura di nuove comunità nel mondo e principalmente in Brasile: qual è la realtà di queste nuove comunità?

R. – Viviamo un momento molto fecondo. Io penso che questo fenomeno, nel suo insieme, sia realmente un dono di Dio, della grazia di Dio, dell’amore di Dio per la nostra nazione. Io vedo anche che questi carismi nascono un po’ dappertutto - in Italia, in Spagna, così come in Oriente – e coinvolgono anche i giovani e in modo veramente appassionante, al punto da far lasciare loro tutto: questo non vuol dire che si tratta di una cosa superficiale, ma è una cosa di molto profondo! E’ l’azione di Dio che è sempre nuova. Dio sta lavorando alla sua Chiesa.

D. – Con quali sentimenti lascia Brasilia?

R. – Io amo moltissimo Brasilia e parto con il cuore pieno, pieno di affetto per Brasilia, ma pronto a vivere questa nuova missione. (mg)







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