Istituito l'Ordinariato per gli ex anglicani che entrano nella Chiesa cattolica. A
Londra ordinati sacerdoti i primi tre ex vescovi della Comunione anglicana
La Congregazione per la Dottrina della Fede ha eretto oggi un Ordinariato Personale
per i gruppi di pastori e i fedeli provenienti dalla Comunione anglicana desiderosi
“di entrare nella piena e visibile comunione con la Chiesa Cattolica”. Contestualmente,
come primo ordinario del nuovo organismo Benedetto XVI ha nominato il rev. Keith Newton,
uno dei tre ex presuli anglicani che questa mattina, nella cattedrale londinese di
Westminster, hanno ricevuto l’ordinazione sacerdotale per le mani del presidente della
Conferenza episcopale inglese, l’arcivescovo Vincent Nichols. In una lettera di accoglienza,
indirizzata ai tre nuovi ministri, il cardinale William Joseph Levada, prefetto della
Congregazione per la Dottrina della Fede, ha impartito "di cuore" la benedizione a
nome del Papa. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Una “struttura
canonica che consente una riunione in forma corporativa” e permette “a coloro
che erano anglicani di entrare in piena comunione con la Chiesa Cattolica”, pur “conservando
elementi del loro caratteristico patrimonio anglicano”. E’ questa, nella sostanza
la funzione dell’“Ordinariato Personale di Nostra Signora di Walsingham” istituito
dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. La struttura, prima nel suo genere,
è conforme alle disposizioni della Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus,
che Benedetto XVI aveva approvato il 4 novembre 2009 proprio allo scopo di permettere
ai quei pastori e gruppi di fedeli anglicani – si calcola una cinquantina tra presuli
e pastori e alcune centinaia di laici – di “entrare nella piena e visibile comunione
con la Chiesa cattolica”, come specifica il documento del dicastero vaticano. Costituito
dopo un’“accurata consultazione con la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles”,
e posto sotto il patrocinio del Beato John Henry Newman, l’Ordinariato, sulla scorta
dell’Anglicanorum coetibus, “mira a comporre – si legge nel documento ufficiale
– da un lato l’intento di salvaguardare, all'interno della Chiesa Cattolica, le venerande
tradizioni liturgiche, spirituali e pastorali anglicane e, dall’altro, il fatto che
questi nuovi gruppi ed i rispettivi pastori siano pienamente integrati nella Chiesa
Cattolica”.
Come primo ordinario dell’organismo, il Papa ha nominato
il 58.enne neo sacerdote cattolico Keith Newton, già vescovo in servizio attivo dal
2002 in seno alla Comunione anglicana, che proprio oggi – per le mani di mons. Vincent
Nichols, capo dei vescovi cattolici d’Inghilterra e Galles – ha ricevuto l’ordinazione
presbiterale nell’Abbazia di Westminster. A riceverla con lui anche gli altri due
ex presuli anglicani entrati nella comunione con Roma, i revv. John Broadhurst e Andrew
Burnham. A loro, stabilisce il documento della Congregazione per la Dottrina della
Fede, spetta sia la “preparazione catechetica dei primi gruppi di anglicani
in Inghilterra e Galles, che a Pasqua saranno ricevuti nella Chiesa Cattolica insieme
con i loro pastori”, sia “l'accompagnamento dei ministri che si stanno preparando
ad essere ordinati al sacerdozio cattolico”, che avverrà “attorno a Pentecoste”.
Intensa,
in particolare, è stata l’omelia pronunciata da mons. Nichols, durante la celebrazione
a Westminster. Ringraziando il primate anglicano, Rowan Williams, per aver riconosciuto
la sincerità e l'onestà del percorso che ha portato i tre neo sacerdoti alla comunione
con Roma, il presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles ha definito
“storico” questo giorno, realizzato grazie alla “coraggiosa leadership” di Benedetto
XVI, capace di un “gesto profetico”. Ora, ha soggiunto rivolto ai tre ministri, vi
attende un futuro “impegnativo”. “Nel darvi il benvenuto – ha detto mons. Nichols
– riconosco pienamente le esigenze del viaggio che avete compiuto insieme con le vostre
famiglie, con i molti anni di riflessione e di preghiera, di dolorose incomprensioni,
di conflitti e incertezze (…) Questo viaggio, ovviamente, comporta qualche triste
addio agli amici. Anche questo – ha affermato – noi lo riconosciamo e rafforza il
calore della nostra accoglienza”.
Di momento “unico e storico”, parla
anche il prefetto del dicastero per la Dottrina della Fede, il cardinale William J.
Levada, in una lettera indirizzata ai tre neo sacerdoti cattolici. Nel ricordare le
tappe che hanno portato all’istituzione dell’Ordinariato e le sue funzioni, il porporato
esprime l’auspicio che esso favorisca ciò che Benedetto XVI ha definito “un
reciproco scambio di doni dai nostri rispettivi patrimoni spirituali”. E porgendo
“di cuore” a nome del Papa la benedizione ai tre presbiteri e alle loro famiglie il
cardinale Levada conclude: “Nell’incertezza che ogni periodo di transizione inevitabilmente
comporta, desidero assicurare a tutti voi la nostra ammirazione e la nostra solidarietà
nella preghiera”.
Nel testo che sancisce la nascita dell’Ordinariato
si fa menzione, poi, alla condizione di coniugati di alcuni dei neo sacerdoti ordinati
oggi e di altri in procinto di entrare nella comunione con Roma, il documento ufficiale
rammenta che “per ragioni dottrinali, la Chiesa non ammette in alcun caso l'ordinazione
episcopale di uomini sposati”, ma che “nondimeno, la Costituzione Apostolica prevede,
a certe condizioni, l'ordinazione come sacerdoti cattolici di ministri sposati già
anglicani”. Lo stesso primo responsabile dell’Ordinariato, il rev. Keith Newton, è
sposato e padre di tre figli, così come lo è un altro dei neo ordinati: le loro famiglie
sono state accolte nella piena comunione con la Chiesa cattolica lo scorso
primo gennaio.
La normativa di questa nuova struttura, chiosa il dicastero
vaticano, “è coerente con l'impegno per il dialogo ecumenico, che continua ad essere
una priorità per la Chiesa Cattolica”. L'iniziativa che ha portato alla pubblicazione
della Costituzione Apostolica e alla creazione dell’Ordinariato, si legge ancora,
“è venuta da diversi gruppi di Anglicani, che hanno dichiarato di condividere la comune
fede cattolica così come espressa nel Catechismo della Chiesa Cattolica e di riconoscere
il ministero petrino come voluto da Cristo stesso per la Chiesa. Per essi – conclude
il documento – è giunto il momento di esprimere tale unità implicita nella forma visibile
della piena comunione”.