Brasile e Australia, la devastazione delle alluvioni
In Brasile è salito a 534 morti il bilancio delle inondazioni di questi giorni nello
Stato di Rio. Per le autorità locali si tratta della peggiore catastrofe della storia
del Paese, mentre la Conferenza episcopale italiana ha stanziato un milione di euro
per fronteggiare le prime emergenze.
Situazione sempre critica anche in Australia.
Una ventina le vittime nello stato del Queensland. L’attenzione si sposta ora sugli
stati di Victoria e Tasmania. A Brisbane, invece, l'acqua ha cominciato a defluire,
facendo emergere le crude immagini della devastazione. Per una testimonianza su quanto
accaduto nella terza città del Paese, Salvatore Sabatino ha raggiunto telefonicamente
proprio a Brisbane il collega Stefano Girola:
R. – Moltissime
case, circa 20 mila edifici compresi anche uffici o negozi, sono stati devastati.
Ci sono ancora moltissime persone e moltissimi negozi che non hanno l’energia elettrica,
circa 43 mila. Tutto questo è visibile, tra l’altro sotto un bellissimo sole, perché
negli ultimi due-tre giorni a Brisbane è arrivato il sole dopo tanti mesi di pioggia.
Bisogna dire, poi, che la pulizia è già in pieno svolgimento. Moltissime persone sono
nelle strade e nei negozi a darsi da fare per iniziare l’immane opera di ricostruzione.
D.
– Si parla di un colpo durissimo anche per l’economia, non solo della città ma dell’intero
Paese…
R. – Il Queensland è uno dei grandi polmoni agrari e rurali,
ma anche minerari, dell’Australia. Ci sono moltissime risorse agricole e poi alcune
tra le più importanti miniere, soprattutto di carbone. Se si tiene conto che circa
l’80 per cento del territorio del Queensland è stato inondato, potete farvi un’idea
delle conseguenze economiche. E’ ancora un po’ presto per quantificare i danni, anche
se le cifre di cui si parla sono nell’ordine delle decine di miliardi di dollari,
con un impatto dell’1 per cento circa sul prodotto interno lordo australiano.
D.
– Ha commosso tutti la storia del piccolo Jordan, morto per salvare il fratellino:
ci puoi riassumere la sua vicenda, che è una delle tante, drammatiche che avete vissuto
in questi giorni?
R. – Bisogna dire che queste situazioni portano alla
luce anche aspetti che restituiscono fiducia nel genere umano: grandi esempi di solidarietà
e di altruismo. Il caso specifico cui vi riferite è quello di questo ragazzino di
13 anni, Jordan Rice, di Toowoomba, la cittadina a circa un centinaio di chilometri
a nord di Brisbane, che si è ritrovato al centro di una sorta di tsunami interno,
a questa grande onda che quasi all’improvviso ha spazzato la città di Toowoomba. Lui
era in macchina con la madre e il fratellino minore. Si sono arrampicati sul tetto
della macchina e un camionista di passaggio si è buttato con una corda per cercare
di soccorrerli. Si era rivolto subito verso Jordan che, pur essendo terrorizzato dall’acqua
e pur non sapendo nuotare, ha detto al camionista: “Prendi mio fratello”. Il camionista
ha preso il fratellino e quando poi è tornato per soccorrere Jordan e la madre, purtroppo
erano già stati spazzati via dall’onda. (gf)