Australia, testimonianza dal disastro: il Queensland è distrutto
Australia in gravi difficoltà per le alluvioni che hanno devastato lo Stato del Queensland,
provocando oltre 20 morti e decine di dispersi. Ora l’emergenza si è spostata negli
Stati sudorientali di Victoria e Tasmania, dove si segnalano evacuazioni di massa
per le piogge torrenziali e il timore di inondazioni. La situazione più critica resta,
però, quella di Brisbane, dove l’acqua ha cominciato a defluire, facendo emergere
le crude immagini della devastazione. Per una testimonianza diretta su quanto accaduto
nella terza città più grande d’Australia, Salvatore Sabatino ha raggiunto telefonicamente
proprio a Brisbane il collega Stefano Giròla. Ascoltiamo:
R. – Moltissime
case, circa 20 mila edifici compresi anche uffici o negozi, sono stati devastati.
Ci sono ancora moltissime persone e moltissimi negozi che non hanno l’energia elettrica,
circa 43 mila. Tutto questo è visibile, tra l’altro sotto un bellissimo sole, perché
negli ultimi due-tre giorni a Brisbane è arrivato il sole dopo tanti mesi di pioggia.
Bisogna dire, poi, che la pulizia è già in pieno svolgimento. Moltissime persone sono
nelle strade e nei negozi a darsi da fare per iniziare l’immane opera di ricostruzione.
D.
– Si parla di un colpo durissimo anche per l’economia, non solo della città ma dell’intero
Paese…
R. – Il Queensland è uno dei grandi polmoni agrari e rurali,
ma anche minerari, dell’Australia. Ci sono moltissime risorse agricole e poi alcune
tra le più importanti miniere, soprattutto di carbone. Se si tiene conto che circa
l’80 per cento del territorio del Queensland è stato inondato, potete farvi un’idea
delle conseguenze economiche. E’ ancora un po’ presto per quantificare i danni, anche
se le cifre di cui si parla sono nell’ordine delle decine di miliardi di dollari,
con un impatto dell’1 per cento circa sul prodotto interno lordo australiano.
D.
– Ha commosso tutti la storia del piccolo Jordan, morto per salvare il fratellino:
ci puoi riassumere la sua vicenda, che è una delle tante, drammatiche che avete vissuto
in questi giorni?
R. – Bisogna dire che queste situazioni portano alla
luce anche aspetti che restituiscono fiducia nel genere umano: grandi esempi di solidarietà
e di altruismo. Il caso specifico cui vi riferite è quello di questo ragazzino di
13 anni, Jordan Rice, di Toowoomba, la cittadina a circa un centinaio di chilometri
a nord di Brisbane, che si è ritrovato al centro di una sorta di tsunami interno,
a questa grande onda che quasi all’improvviso ha spazzato la città di Toowoomba. Lui
era in macchina con la madre e il fratellino minore. Si sono arrampicati sul tetto
della macchina e un camionista di passaggio si è buttato con una corda per cercare
di soccorrerli. Si era rivolto subito verso Jordan che, pur essendo terrorizzato dall’acqua
e pur non sapendo nuotare, ha detto al camionista: “Prendi mio fratello”. Il camionista
ha preso il fratellino e quando poi è tornato per soccorrere Jordan e la madre, purtroppo
erano già stati spazzati via dall’onda. (gf)