2011-01-13 14:32:42

Terra Santa: i religiosi chiedono più facilità nel rilascio dei visti da parte di Israele


Maggiore facilità nel rilascio dei visti da parte di Israele ai religiosi e religiose chiamati dai loro istituti a svolgere apostolato in Terra Santa. A chiederlo sono i rappresentanti dei 33 istituti maschili e dei 73 femminili che ieri hanno portato la loro testimonianza ai vescovi di Usa, Ue e Canada, che compongono il Coordinamento delle Conferenze episcopali a favore della Chiesa della Terra Santa e dell’Assemblea dei vescovi cattolici della Terra Santa in questi giorni a Gerusalemme per una visita di solidarietà. “Se avessimo i visti con più facilità avremmo modo di lavorare con più serenità a vantaggio di tutta la popolazione. Il mancato o difficile rilascio dei visti non ci permette di portare avanti il nostro lavoro pastorale. Perché essere costretti ad aspettare?” hanno affermato i religiosi presenti in sala. Una situazione comunque “migliore rispetto al passato – hanno riconosciuto – ma che potrebbe migliorare ancora se Israele facilitasse il rilascio anche per il personale religioso nato in Palestina, o in Paesi che non intrattengono relazioni diplomatiche con Israele, come Libano e Siria. Ci sono casi di suore palestinesi nate, per esempio a Betlemme, che non possono recarsi a Gerusalemme, che dista solo 15 chilometri, per svolgere il loro apostolato. Sono straniere nel loro stesso Paese”. Supposti motivi di sicurezza – riferisce l’agenzia Sir - sarebbero alla base della decisione israeliana e, hanno spiegato i religiosi ai vescovi, “fino a quando la situazione politica rimane questa non vediamo la soluzione al problema”. Pochi problemi invece per coloro che provengono da Paesi europei, occidentali ed anche da Egitto e Giordania. La questione dei visti che impedisce non poco il lavoro della Chiesa locale, in passato e anche recentemente, è stata discussa diverse volte dalla Chiesa locale e dal nunzio apostolico, mons. Antonio Franco con il Ministero degli Interni israeliano. La presenza dei religiosi in Terra Santa, secondo dati forniti dalla Chiesa locale, conta 559 consacrati e 1098 consacrate suddivisi in 314 case. Svolgono attività contemplativa ma anche attiva in ospedali, scuole e servizi sociali. “La nostra prima sfida – hanno raccontato – è quella di condividere le condizioni di vita della popolazione, quindi di insicurezza e instabilità a causa del conflitto, la seconda è quella di lavorare e pregare per la pace e la giustizia senza cadere nella tentazione di vendette e rancori ed infine la collaborazione e la cooperazione tra i vari istituti”. (R.P.)







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