2011-01-13 14:33:10

Sudan. Il Gruppo ecumenico di osservatori: “Il referendum porterà la pace”


Pace e stabilità: è quanto auspica per il Sudan il Gruppo ecumenico di osservatori per il referendum, composto da rappresentanti del Secam (Simposio delle Conferenze episcopali dell’Africa e del Madagascar), dell’Amecea (Associazione dei membri delle Conferenze episcopali dell’Africa orientale), dell’Aacc (Conferenza delle Chiese di tutta l’Africa), del Scc (Consiglio delle Chiese del Sudan) e del Cec (Consiglio Ecumenico delle Chiese). Molte le aspettative per questa consultazione elettorale che potrebbe sancire la secessione del Sud Sudan dal Nord e la nascita di uno nuovo Stato indipendente da Kharthoum. Le operazioni di voto, sotto il controllo dell’ONU, sono iniziate domenica scorsa e si concluderanno sabato prossimo. Oltre il 60% degli aventi diritto ha già votato, quindi il referendum è da ritenersi valido. “Questo referendum – scrive il Gruppo ecumenico di osservatori in una nota a firma del rev. Samuel Kobia, inviato del Cec, e del rev. Ramadan Chan Liol, segretario generale del Scc – sarà uno spartiacque nell’applicazione del Cpa, l’accordo di pace del 2005 tra il governo sudanese e il Movimento di liberazione del Sudan”. Un accordo, lo ricordiamo, che ha posto fine ad una guerra ventennale. Ringraziando tutti coloro che hanno lavorato alla preparazione di questo importante appuntamento elettorale, compresa la comunità internazionale, gli osservatori ecumenici ribadiscono: “In questo contesto, il rispetto della volontà popolare espressa dal referendum è fondamentale e contribuirà in modo sostanziale al consolidamento della pace attuale tra Nord e Sud del Paese”. L’auspicio del Gruppo, quindi, è che “si faccia il possibile per prevenire il riaccendersi del conflitto tra Nord e Sud, in modo che il futuro di tutti i sudanesi possa essere assicurato, in base alla nuova linea politica che verrà sancita dal referendum. La tornata elettorale porrà anche solide fondamenta per la risoluzione di altri problemi del Paese”. Infine, gli osservatori assicurano le loro preghiere al governo ed alla popolazione sudanese affinché “determinino liberamente il loro futuro, votando in modo libero, corretto e pacifico o per l’unità o per la secessione, così da consolidare la pace e la stabilità nel Paese e nella regione”. (I.P.)







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