Pakistan: timori dei cristiani per la protesta nazionale degli islamici radicali contro
il Papa
La rete islamica "Tehrik Tahaffuz Namoos-i-Risalat" (Ttnr, “Alleanza per difendere
l’onore del Profeta”), ha annunciato per domani, dopo la preghiera islamica del venerdì,
una manifestazione nazionale di protesta contro il Papa. L’obiettivo è condannare
l’appello lanciato dal Santo Padre per l’abrogazione della legge sulla blasfemia,
durante il discorso rivolto il 10 gennaio scorso al Corpo diplomatico presso la Santa
Sede . La Ttnr è una rete trasversale di movimenti e partiti islamici radicali, costituitasi
in occasione della vicenda di Asia Bibi, la prima donna condannata a morte per blasfemia
e dopo l’emergere di un vasto movimento, nella società civile pakistana, che chiede
la salvezza per Asia Bibi, il rispetto dei diritti umani e della libertà di coscienza,
l’abolizione o la modifica della controversa legge sulla blasfemia, utilizzata, come
nel caso di Asia Bibi, per compiere vendette personali. Secondo fonti dell’agenzia
Fides, nella comunità cristiana in Pakistan, “il pericolo e l’obiettivo degli estremisti
islamici, oggi venuti fuori apertamente in tutto il Paese, è quello di scatenare
una guerra di religione contro il Papa e contro al cristianità”. In un clima di crescente
tensione e intolleranza, la comunità cristiana in Pakistan è impaurita e preoccupata:
episodi e gesti di intimidazione si susseguono nella vita quotidiana. Molti temono
che domani, sull’onda della protesta, possano verificarsi attacchi o aggressioni a
persone, luoghi o chiese cristiane. “Il Papa ha dato voce alla società civile e alle
minoranze religiose del Pakistan, penalizzate, discriminate e ridotte al silenzio”,
spiega alla Fides Peter Jacob, segretario della Commissione “Giustizia e Pace” dei
vescovi pakistani. “Da anni la società civile, con movimenti e associazioni di ogni
estrazione e matrice religiosa, chiede la modifica o l’abolizione della legge sulla
blasfemia”, ha ricordato il segretario. “Oggi viviamo tempi particolarmente difficili
in cui ogni cittadino liberale in Pakistan rischia di essere ucciso. Ma il nostro
impegno pacifico continuerà, senza rispondere alle provocazioni dei gruppi fondamentalisti”,
conclude Jacob. La Commissione “Giustizia e Pace” è parte della rete “Cittadini per
la democrazia” che ha lanciato una campagna nazionale per il rispetto della libertà
di coscienza e di religione, per il rispetto della dignità e dei diritti umani, per
la difesa della democrazia e dello Stato di diritto in Pakistan. (C.P.)