Pakistan. Il ministro Bhatti insiste: va abolita la legge sulla blasfemia
La controversa legge sulla blasfemia in vigore in Pakistan “deve essere emendata”
per evitare il massacro della minoranza cristiana nel Paese. E’ quanto chiarisce ,
in un’intervista riportata dal quotidiano Avvenire, il Ministro delle Minoranze pachistano,
Shahbaz Bhatti, in riferimento all’appello lanciato lunedì da Benedetto XVI parlando
in Vaticano al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, che ha chiesto
l’abrogazione della legge. “Non possiamo permettere l’oltraggio di religioni o personalità
religiose - dichiara il ministro di fede cattolica - ma gli estremisti islamici hanno
abusato di questa legge per colpire le minoranze”. Bhatti sottolinea, quindi, che
la legge sulle minoranze “serve come pretesto per atti di ingiustizia e violenza”.
Il ministro parla quindi del caso di Asia Bibi, la donna condannata a morte sulla
base della controversa legge sulla blasfemia perché sospettata di avere insultato
il profeta Maometto. Secondo Bhatti, inoltre, le recenti manifestazioni di massa dei
partiti islamici in Pakistan non mettono in discussione la volontà del Partito del
Popolo Pakistano(Ppp), del presidente Asif Ali Zardari, di emendare la legge sulla
blasfemia e salvare la vita di persone come Asia Bibi. In Pakistan comunque non è
stata eseguita nessuna sentenza capitale in relazione alla legge sulla blasfemia,
nonostante sia prevista. La scorsa settimana, però, un estremista musulmano ha ucciso
il governatore del Punjab, Salman Taseer, per le critiche che egli aveva rivolto alla
controversa legge. (C.P.)