Sud Sudan: la Chiesa teme possibili attacchi dei ribelli ugandesi
“La popolazione sta votando in massa e finora le operazioni di voto sull’indipendenza
della regione si sono svolte nella calma” dice all'agenzia Fides mons. Edward Hiiboro
Kussaka, vescovo di Tombura-Yambio, nel sud Sudan. “I timori di possibili attacchi
dei ribelli ugandesi dell’Lra (Esercito di Resistenza del Signore) grazie a Dio non
si sono verificati, anche se occorre essere vigili perché le votazioni si concluderanno
solo il 15 gennaio” dice mons. Kussala. Da alcuni anni infatti l’Lra compie incursioni
nell’area. A questo proposito mons. Kussala afferma che “secondo quanto mi ha spiegato
un leader Acholi del nord Uganda, la dirigenza dell’Lra sembra essere divisa tra due
opzioni: attaccare durante lo svolgimento del referendum oppure aspettare la sua conclusione
e vedere se verrà intrapresa una nuova operazione militare contro di loro da parte
degli eserciti dei Paesi minacciati da questo gruppo (Repubblica Democratica del Congo,
Uganda e Sud Sudan) con l’appoggio americano. In tal caso l’Lra attaccherà diverse
zone del sud Sudan. Sembra che sia prevalsa la seconda opzione”. Gli Acholi sono la
principale popolazione del nord Uganda e la dirigenza dell’Lra è composta da appartenenti
a questo gruppo etnico. Mons. Kussala riferisce inoltre che anche nella sua diocesi
si nota il ritorno dei sud sudanesi che vivevano al nord, nella misura di “20-40 persone
al giorno”. “Queste persone - spiega il vescovo di Tombura-Yambio - si trovano in
gravi difficoltà perché hanno con sé solo pochi effetti personali. Vengono ospitati
da parenti e conoscenti, ma il nostro territorio fa fatica ad assorbire questo flusso
di persone, anche perché diverse infrastrutture agricole sono state distrutte dalle
precedenti incursioni dell’Lra”. Secondo mons. Kussala circa 30mila sud sudanesi che
vivono a Khartoum, hanno intenzione di rientrare nel sud prima della conclusione del
referendum. “Non abbiamo però i mezzi e le strutture per accogliere e sostenere tutte
queste persone” conclude il presule. (R.P.)