2011-01-11 14:28:57

Sud Sudan: la Chiesa teme possibili attacchi dei ribelli ugandesi


“La popolazione sta votando in massa e finora le operazioni di voto sull’indipendenza della regione si sono svolte nella calma” dice all'agenzia Fides mons. Edward Hiiboro Kussaka, vescovo di Tombura-Yambio, nel sud Sudan. “I timori di possibili attacchi dei ribelli ugandesi dell’Lra (Esercito di Resistenza del Signore) grazie a Dio non si sono verificati, anche se occorre essere vigili perché le votazioni si concluderanno solo il 15 gennaio” dice mons. Kussala. Da alcuni anni infatti l’Lra compie incursioni nell’area. A questo proposito mons. Kussala afferma che “secondo quanto mi ha spiegato un leader Acholi del nord Uganda, la dirigenza dell’Lra sembra essere divisa tra due opzioni: attaccare durante lo svolgimento del referendum oppure aspettare la sua conclusione e vedere se verrà intrapresa una nuova operazione militare contro di loro da parte degli eserciti dei Paesi minacciati da questo gruppo (Repubblica Democratica del Congo, Uganda e Sud Sudan) con l’appoggio americano. In tal caso l’Lra attaccherà diverse zone del sud Sudan. Sembra che sia prevalsa la seconda opzione”. Gli Acholi sono la principale popolazione del nord Uganda e la dirigenza dell’Lra è composta da appartenenti a questo gruppo etnico. Mons. Kussala riferisce inoltre che anche nella sua diocesi si nota il ritorno dei sud sudanesi che vivevano al nord, nella misura di “20-40 persone al giorno”. “Queste persone - spiega il vescovo di Tombura-Yambio - si trovano in gravi difficoltà perché hanno con sé solo pochi effetti personali. Vengono ospitati da parenti e conoscenti, ma il nostro territorio fa fatica ad assorbire questo flusso di persone, anche perché diverse infrastrutture agricole sono state distrutte dalle precedenti incursioni dell’Lra”. Secondo mons. Kussala circa 30mila sud sudanesi che vivono a Khartoum, hanno intenzione di rientrare nel sud prima della conclusione del referendum. “Non abbiamo però i mezzi e le strutture per accogliere e sostenere tutte queste persone” conclude il presule. (R.P.)







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