Congo: appello della direttrice di una scuola per sordomuti perché ricevano assistenza
Da 8 anni dirige nella diocesi di Kikwit, nella Repubblica Democratica del Congo,
una scuola per la rieducazione dei sordomuti, ora chiede al governo che vengano aperti
istituti speciali soprattutto per i bambini abbandonati. Suor Chiara Maria Ntunu Mubieme,
religiosa della congregazione di San Giuseppe di Cuneo, direttrice del complesso scolastico
“Bo ta tuba” (che nella lingua locale significa “Parleranno”) ha lanciato un appello
perché le istituzioni politiche non dimentichino gli audiolesi. La scuola che si trova
nella diocesi di Kikwik, scrive la testata on line www.lepotentiel.com, è nata nel
‘92 per iniziativa di mons. Marie-Edouard Mununu; prima di allora i bambini sordi
della diocesi andavano a studiare a Beno. L’obiettivo del presule era quello di far
recuperare gli anni di ritardo ai bambini sordomuti e di accompagnarli nella formazione
e nell’educazione al fine di renderli responsabili dei loro atti e di farli inserire
pienamente nella società. La scuola di Kikwit, tuttavia, non può far fronte ad una
larga utenza. Dei minori sordomuti suor Chiara Maria Ntunu Mubieme spiega che “la
maggior parte ha gravi problemi”, e che spesso “si tratta di bambini abbandonati dai
genitori a causa del loro handicap”, che “arrivano sovente tristi” nella scuola di
Kikwit, ma che “cominciano ad aprirsi quando riscoprono l’affetto” donato loro dalle
suore. Il costo della formazione per questi bambini è di mille franchi congolesi a
trimestre e spesso per le religiose che gestiscono il complesso scolastico “Bo ta
tuba” non è facile reperirli, inoltre, fra gli alunni ve ne sono 36 che non hanno
famiglia e sono internati e a sostenerli è il Fondo olandese Liliane. Da qui l’appello
di suor Chiara Maria Ntunu Mubieme al governo a non dimenticare i bambini bisognosi.
(T.C.)