Tunisia e Algeria: 25 morti per le proteste contro il carovita
Tunisia e Algeria ancora alle prese con una protesta sociale senza precedenti, a causa
dall’aumento dei prezzi dei generi di prima necessità e dell’alto tasso di disoccupazione.
Almeno 25 i morti in totale, in 4 giorni di guerriglia urbana, anche se fonti giornalistiche
parlano di più di 50 vittime nella sola Tunisia. Ci riferisce Amina Belkassem:
Sulle
cause all’origine di violenze e scontri in Tunisia e Algeria, ascoltiamo al microfono
di Charles- François Brejon un missionario dei Padri Bianchi, raggiunto telefonicamente
in Algeria che, per motivi di sicurezza, ha chiesto di mantenere l’anonimato:
R. – Les
causes des ces manifestations sont d’ordre surtout economique. … Le ragioni
di queste manifestazioni di protesta sono d’ordine sostanzialmente di tipo economico.
Da anni il dinaro algerino è soggetto ad una forte inflazione – l’8-9 per cento annuo
– mentre gli stipendi non aumentano nella stessa misura. In realtà, gli stipendi sono
stati aumentati ogni anno, ma non oltre il 4-5 per cento, e questo fa sì che poco
a poco il potere d’acquisto degli algerini diminuisca. I prodotti di base diventano
sempre più cari: ultimamente, è aumentato tanto il prezzo del pane e del latte. La
gente non ne può più …
D. – Chi partecipa alle proteste?
R.
– Ce sont toujours les jeunes, parce-que quand on est marié, on a des enfants, … Sono
sempre i giovani, e tra questi molti sono sposati, hanno figli e non riescono a mantenere
la famiglia. Ci sono poi gli studenti universitari e dei licei. Ci sono analogie con
le proteste del 1988: anche allora, i giovani sono scesi in strada chiedendo lavoro,
casa e sostentamento. E’ un po’ la stessa cosa, oggi.
D. – Perché questo
movimento ha coinvolto tutta l’Algeria?
R. – Il y a plusieurs endroits,
et ça fait longtemps qu’il y a des émeutes par ci, … Ci sono diversi ambiti,
e poi è da tempo ormai che ogni tanto scoppia una rivolta in qualche località. Questo
succede anche perché il sistema democratico non è sempre sufficientemente aperto.
Queste rivolte, dunque, si manifestano un po’ ovunque perché i giovani non riescono
a farsi sentire. Allora scendono in strada, bloccano le strade, le autostrade, poi
il tutto rientra ma dopo ricomincia daccapo.
D. – Come hanno reagito
le forze dell’ordine in queste manifestazioni?
R. – Comme dans toutes
les manifestations dans le monde entier. La répression … Come in tutte le
manifestazioni in tutto il mondo. La repressione è sempre un po’ brutale; all’inizio,
si cerca di trattare, di parlare con i giovani. In questo momento, la situazione è
stranamente calma in città; sono stati sospesi gli incontri di calcio per evitare
le masse di giovani che vanno allo stadio dove potrebbero portare il loro risentimento
e la tensione potrebbe crescere. Quindi, tutte le partite sono state sospese ma, come
ho detto, in questo momento regna una strana calma in città, almeno qui, ad Algeri.
(gf)