Testo dell'omelia di Benedetto XVI nella Messa, presieduta oggi nella Cappella Sistina,
in occasione della Festa del Battesimo del Signore, e testo dell'Angelus
Omelia
Cari fratelli e sorelle, sono lieto di darvi un cordiale benvenuto,
in particolare a voi, genitori, padrini e madrine dei 21 neonati ai quali, tra poco,
avrò la gioia di amministrare il Sacramento del Battesimo. Come è ormai tradizione,
tale rito avviene anche quest’anno nella santa Eucaristia con cui celebriamo il Battesimo
del Signore. Si tratta della Festa che, nella prima domenica dopo la solennità dell’Epifania,
chiude il tempo natalizio con la manifestazione del Signore al Giordano. Secondo
il racconto dell’evangelista Matteo (3,13-17), Gesù venne dalla Galilea al fiume Giordano,
per farsi battezzare da Giovanni; infatti, da tutta la Palestina accorrevano per ascoltare
la predicazione di questo grande profeta, l’annuncio dell’avvento del Regno di Dio,
e per ricevere il battesimo, cioè per sottoporsi a quel segno di penitenza che richiamava
alla conversione dal peccato. Pur chiamandosi battesimo, esso non aveva il valore
sacramentale del rito che celebriamo oggi; come ben sapete, è infatti con la sua morte
e risurrezione che Gesù istituisce i Sacramenti e fa nascere la Chiesa. Quello amministrato
da Giovanni, era piuttosto un atto penitenziale, un gesto che invitava all’umiltà
di fronte a Dio, invitava ad un nuovo inizio: immergendosi nell’acqua, il penitente
riconosceva di avere peccato, implorava da Dio la purificazione dalle proprie colpe
ed era inviato a cambiare i comportamenti sbagliati quasi morendo nell’acqua e risorgendo
ad una nuova vita. Per questo, quando il Battista vede Gesù che, in fila con i
peccatori, viene a farsi battezzare, rimane sbalordito; riconoscendo in Lui il Messia,
il Santo di Dio, Colui che è senza peccato, Giovanni manifesta il suo sconcerto: egli
stesso, il battezzatore avrebbe voluto farsi battezzare da Gesù. Ma Gesù lo esorta
a non opporre resistenza, ad accettare di compiere questo atto, per operare ciò che
è conveniente ad «adempiere ogni giustizia». Con questa espressione, Gesù manifesta
di essere venuto nel mondo per fare la volontà di Colui che lo ha mandato, per compiere
tutto ciò che il Padre gli chiede; è per obbedire al Padre che Egli ha accettato di
farsi uomo. Questo gesto rivela anzitutto chi è Gesù: è il Figlio di Dio, vero Dio
come il Padre; è Colui che “si è abbassato” per farsi uno di noi, Colui che si è fatto
uomo e ha accettato di umiliarsi fino alla morte della croce (cfr Fil 2,7).
Il battesimo di Gesù, di cui oggi facciamo memoria, si colloca in questa logica dell’umiltà
e della solidarietà: è il gesto di Colui che vuole farsi in tutto uno di noi e si
mette realmente in fila con i peccatori; Lui, che è senza peccato, si lascia trattare
come peccatore (cfr 2Cor 5,21), per portare sulle sue spalle il peso della
colpa dell’intera umanità, anche della nostra colpa. È il “servo di Yahveh
Dio” di cui ci ha parlato il profeta Isaia nella prima lettura (cfr 42,1). La sua
umiltà è dettata dal voler stabilire una comunione piena con l’umanità, dal desiderio
di realizzare una vera solidarietà con l’uomo e con la sua condizione. Il gesto di
Gesù anticipa la Croce, l’accettazione della morte per i peccati dell’uomo. Questo
atto di abbassamento, con cui Gesù vuole uniformarsi totalmente al disegno d’amore
del Padre, e conformarsi con noi, manifesta la piena sintonia di volontà e di intenti
che vi è tra le persone della Santissima Trinità. Per tale atto d’amore, lo Spirito
di Dio si manifesta e viene come una colomba sopra di Lui, e in quel momento l’amore
che unisce Gesù al Padre viene testimoniato, a quanti assistono al battesimo, da una
voce dall’alto che tutti odono. Il Padre manifesta apertamente agli uomini, a noi,
la comunione profonda che lo lega al Figlio: la voce che risuona dall’alto attesta
che Gesù è obbediente in tutto al Padre e che questa obbedienza è espressione dell’amore
che li unisce tra di loro. Perciò il Padre ripone il suo compiacimento
in Gesù, perché riconosce nell’agire del Figlio il desiderio di seguire in tutto alla
sua volontà: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento»
(Mt 3,17). E questa parola del Padre allude anche, in anticipo, alla vittoria
della risurrezione e ci dice come dobbiamo vivere per stare nel compiacimento del
Padre, comportandoci come Gesù. Cari genitori, il Battesimo che voi oggi chiedete
per i vostri bambini, li inserisce in questo scambio d’amore reciproco che vi è in
Dio tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; per questo gesto che sto per compiere,
si riversa su di loro l’amore di Dio, inondandoli dei suoi doni. Attraverso il lavacro
dell’acqua, i vostri figli vengono inseriti nella vita stessa di Gesù, che è morto
sulla croce per liberarci dal peccato e risorgendo ha vinto la morte. Perciò, immersi
spiritualmente nella sua morte e resurrezione, essi vengono liberati dal peccato originale
ed in loro ha inizio la vita della grazia, che è la vita stessa di Gesù Risorto. «Egli,
Gesù - afferma San Paolo - ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità
e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone»
(Tt 2,14). Cari amici, donandoci la fede, il Signore ci ha dato ciò che
vi è di più prezioso nella vita, e cioè il motivo più vero e più bello per cui vivere:
è per grazia che abbiamo creduto in Dio, che abbiamo conosciuto il suo amore, con
cui vuole salvarci e liberarci dal male. La fede è il grande dono con il quale ci
dà anche la vita eterna, la vera vita. Ora voi, cari genitori, padrini e madrine,
chiedete alla Chiesa di accogliere nel suo seno questi bambini, di dare loro il Battesimo;
e questa richiesta la fate in ragione del dono della fede che voi stessi avete, a
vostra volta, ricevuto. Con il profeta Isaia, ogni cristiano può ripetere: “il Signore
mi ha plasmato suo servo fin dal seno materno” (cfr49,5); così, cari genitori,
i vostri figli sono un dono prezioso del Signore, il quale ha riservato per sé il
loro cuore, per poterlo ricolmare del suo amore. Attraverso il sacramento del Battesimo,
oggi li consacra e li chiama a seguire Gesù, attraverso la realizzazione della loro
vocazione personale secondo quel particolare disegno d’amore che il Padre ha in mente
per ciascuno di essi; meta di questo pellegrinaggio terreno sarà la piena comunione
con Lui nella felicità eterna. Ricevendo il Battesimo, questi bambini ottengono
in dono un sigillo spirituale indelebile, il “carattere”, che segna interiormente
per sempre la loro appartenenza al Signore e li rende membra vive del suo corpo mistico,
che è la Chiesa. Mentre entrano a far parte del Popolo di Dio, per questi bambini,
inizia oggi un cammino che dovrebbe essere un cammino di santità e di conformazione
a Gesù, una realtà che è posta in loro come il seme di un albero splendido, che deve
essere fatto crescere. Perciò, comprendendo la grandezza di questo dono, fin dai primi
secoli si ha avuto la premura di dare il Battesimo ai bambini appena nati. Certamente,
ci sarà poi bisogno di un’adesione libera e consapevole a questa vita di fede e d’amore,
ed è per questo che è necessario che, dopo il Battesimo, essi vengano educati nella
fede, istruiti secondo la sapienza della Sacra Scrittura e gli insegnamenti della
Chiesa, così che cresca in loro questo germe della fede che oggi ricevono e possano
raggiungere la piena maturità cristiana. La Chiesa, che li accoglie tra i suoi figli,
deve farsi carico, assieme ai genitori e ai padrini, di accompagnarli in questo cammino
di crescita. La collaborazione tra comunità cristiana e famiglia è quanto mai necessaria
nell’attuale contesto sociale, in cui l’istituto familiare è minacciato da più parti
e si trova a far fronte a non poche difficoltà nella sua missione di educare alla
fede. Il venir meno di stabili riferimenti culturali e la rapida trasformazione a
cui è continuamente sottoposta la società, rendono davvero arduo l’impegno educativo.
Perciò, è necessario che le parrocchie si adoperino sempre più nel sostenere le famiglie,
piccole Chiese domestiche, nel loro compito di trasmissione della fede. Carissimi
genitori, ringrazio con voi il Signore per il dono del Battesimo di questi vostri
figlioli; nell’elevare la nostra preghiera per loro, invochiamo abbondante il dono
dello Spirito Santo, che oggi li consacra ad immagine di Cristo sacerdote, re e profeta.
Affidandoli alla materna intercessione di Maria Santissima, chiediamo per loro vita
e salute, perché possano crescere e maturare nella fede, e portare, con la loro vita,
frutti di santità e d’amore. Amen!
Angelus Cari fratelli e sorelle!
Oggi
la Chiesa celebra il Battesimo del Signore, festa che conclude il tempo liturgico
del Natale. Questo mistero della vita di Cristo mostra visibilmente che la sua venuta
nella carne è l’atto sublime di amore delle Tre Persone divine. Possiamo dire che
da questo solenne avvenimento l’azione creatrice, redentrice e santificatrice della
Santissima Trinità sarà sempre più manifesta nella missione pubblica di Gesù, nel
suo insegnamento, nei miracoli, nella sua passione, morte e risurrezione. Leggiamo,
infatti, nel Vangelo secondo san Matteo che «appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua:
ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come
una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: “Questi
è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”» (3,16-17). Lo Spirito
Santo “dimora” sul Figlio e ne testimonia la divinità, mentre la voce del Padre, proveniente
dai cieli, esprime la comunione d’amore. «La conclusione della scena del battesimo
ci dice che Gesù ha ricevuto questa “unzione” autentica, che Egli è l’Unto atteso»
(Gesù di Nazaret, Milano 2007, 47-48), a conferma della profezia di Isaia:
«Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio» (Is
42,1). È davvero il Messia, il Figlio dell’Altissimo che, uscendo dalle acque del
Giordano, stabilisce la rigenerazione nello Spirito e apre, a quanti lo vogliono,
la possibilità di divenire figli di Dio. Non a caso, infatti, ogni battezzato acquista
il carattere di figlio a partire dal nome cristiano, segno inconfondibile che
lo Spirito Santo fa nascere «di nuovo» l’uomo dal grembo della Chiesa. Il beato Antonio
Rosmini afferma che «il battezzato subisce una segreta ma potentissima operazione,
per la quale egli viene sollevato all’ordine soprannaturale, vien posto in comunicazione
con Dio» (Del principio supremo della metodica…, Torino 1857, n. 331). Tutto
questo si è nuovamente avverato questa mattina, durante la celebrazione eucaristica
nella Cappella Sistina, dove ho conferito il sacramento del Battesimo a 21 neonati.
Cari
amici, il Battesimo è l’inizio della vita spirituale, che trova la sua pienezza per
mezzo della Chiesa. Nell’ora propizia del Sacramento, mentre la Comunità ecclesiale
prega e affida a Dio un nuovo figlio, i genitori e i padrini s’impegnano ad accogliere
il neo-battezzato sostenendolo nella formazione e nell’educazione cristiana. E’ questa
una grande responsabilità, che deriva da un grande dono! Perciò, desidero incoraggiare
tutti i fedeli a riscoprire la bellezza di essere battezzati e a dare gioiosa testimonianza
della propria fede, affinché essa generi frutti di bene e di concordia.
Lo
chiediamo per intercessione della Beata Vergine Maria, Aiuto dei cristiani, alla quale
affidiamo i genitori che si stanno preparando al Battesimo dei loro bambini, come
pure i catechisti. Tutta la comunità partecipi alla gioia della rinascita dall’acqua
e dallo Spirito Santo!
Dopo Angelus
Nel contesto della preghiera
mariana, desidero riservare un particolare ricordo alla popolazione di Haiti, ad un
anno dal terribile terremoto, a cui purtroppo ha fatto seguito anche una grave epidemia
di colera. Il Cardinale Robert Sarah, Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum,
si reca oggi nell’Isola caraibica, per esprimere la mia costante vicinanza e quella
di tutta la Chiesa. Saluto il gruppo di Parlamentari italiani, qui presenti, e
li ringrazio per il loro impegno, condiviso con altri colleghi, in favore della libertà
religiosa. Con loro saluto anche i fedeli copti qui presenti a cui rinnovo la mia
vicinanza. Je vous salue cordialement, chers pèlerins francophones ! Le Baptême
du Seigneur que nous célébrons aujourd’hui clôt le cycle de Noël et nous introduit
dans le temps ordinaire. Nous revivons notre propre naissance en Jésus-Christ qui
fait de nous ses frères, et nous comble de l’amour de son Père. Ouvrons nos cœurs
au souffle de l’Esprit Saint pour rester fidèles à notre vocation de fils de Dieu.
Que la Vierge Marie intercède pour nous ! Bon dimanche à tous ! I am pleased to
welcome all the visitors and pilgrims present for this Angelus prayer. Today
the Church celebrates the Baptism of the Lord and contemplates once more the revelation
of God who is close to humanity, who visits his people in the person of Jesus Christ,
in order to set them free from the tyranny of sin and death. May we open the doors
of our hearts to Christ and welcome him into the world of today. God’s abundant blessings
be upon all of you! Ein herzliches „Grüß Gott“ sage ich den Pilgern und Besuchern
aus den Ländern deutscher Sprache. Die Kirche feiert heute das Fest der Taufe Jesu.
Am Jordan offenbart der Vater seinen geliebten Sohn, der Mensch geworden ist, um durch
sein Leiden und Auferstehen die Welt zu erlösen. Durch das Sakrament der Taufe haben
wir Teil an der Erlösung und werden zu Kindern Gottes. So gehören wir zu Christi geheimnisvollem
Leib, der Kirche, und tragen seine Gnade und sein Leben in uns. Danken wir dem Herrn
voll Freude für dieses Geschenk und bekennen wir Christus als den Bruder und Erlöser
der Menschen. Gott segne euch alle! Saludo con afecto a los peregrinos de lengua
española. En este domingo, que sigue a la Fiesta de la Epifanía, celebramos el Bautismo
del Señor, concluyendo así el tiempo litúrgico de la Navidad. El Padre manifiesta
en el Jordán a Jesús, como su Hijo amado, ungido por el Espíritu, revelando también
así el misterio del nuevo bautismo por el que llegamos a ser en verdad hijos suyos.
Que la intercesión de la Santísima Virgen María os ayude a ser imagen de aquel que
hemos conocido semejante a nosotros en la carne y renueve en todos la vocación a la
santidad a la que se está llamado por el bautismo. Feliz domingo. Pozdrawiam serdecznie
wszystkich Polaków. Liturgia Niedzieli Chrztu Pańskiego wiedzie nas nad Jordan, gdzie
Jezus, Syn Boży przyjmuje chrzest pokuty. W ten sposób okazuje swoją solidarność z
ludźmi potrzebującymi nawrócenia. Przez sakrament Chrztu wyzwala nas z grzechów, czyni
każdego nowym, Bożym człowiekiem. Prośmy Go o wierność przyrzeczeniom chrzcielnym
i odważne wyznawanie wiary. Niech Bóg wam błogosławi. [Saluto cordialmente tutti
i Polacchi. La liturgia della Domenica del Battesimo del Signore ci conduce sulle
rive del Giordano dove Gesù, Figlio di Dio, riceve il battesimo di penitenza. In questo
modo manifesta la sua solidarietà con ogni uomo bisognoso di conversione. Gesù, attraverso
il sacramento del Battesimo, ci rende liberi dai peccati, ci fa uomini nuovi, uomini
di Dio. Chiediamogli di essere fedeli agli impegni assunti nel nostro Battesimo e
di professare coraggiosamente la nostra fede. Dio vi benedica.]
Saluto i pellegrini
di lingua italiana, in particolare il Coro della città di Ala, presso Trento, con
una rappresentanza della comunità parrocchiale e civile. A tutti auguro una buona
domenica.