Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
Nella Festa del Battesimo del Signore la liturgia ci propone il passo evangelico in
cui Gesù si fa battezzare nel Giordano da Giovanni che - non comprendendo il gesto
del Signore - vorrebbe rifiutarsi. Appena battezzato, Gesù vede lo Spirito di Dio
discendere come una colomba e venire sopra di lui. Una voce dal cielo dice:
«Questi
è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Su questo
brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del padre carmelitano Bruno Secondin,
docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:
Termina con
la Festa del Battesimo di Gesù al Giordano il periodo del Natale: Gesù si è manifestato
ai poveri, rappresentati dai pastori; nell’Epifania si è manifestato alle genti: oggi,
in riva al fiume si rivela al suo popolo, Israele. È Gesù ormai maturo – tradizionalmente
sui trenta anni – quello che si associa alla emozione popolare e si mette in fila
con la gente davanti a Giovanni il Battezzatore, alle acque del Giordano. Ne è meravigliato
perfino Giovanni, che se lo trova davanti, umile e solidale con tutti nell’implorazione
espressa dal gesto dell’immersione. Gesù non ha bisogno di purificarsi, ma quella
popolare attesa di purificazione e di novità è il terreno fecondo e disponibile per
la buona novella che subito egli proclamerà. Dal cielo la voce del Padre proclama
la benevolenza verso il Figlio che si abbassa e sprofonda nelle acque dell’umanità
peccatrice. Lo Spirito di potenza e di santità scende e lo avvolge, per sostenerlo
nel cammino e confermarlo nella nuova identità ora visibile a tutti... Ricordiamoci
del nostro battesimo e viviamolo con convinzione e generosità leale, purificandoci
da ogni incoerenza.