2011-01-07 15:30:14

La solidarietà dei cardinali Tettamanzi e Scola alla Chiesa copta ortodossa


La solennità dell’Epifania appena passata è stata un’occasione di preghiera per le vittime dell’attentato di Capodanno alla chiesa copta ortodossa di Alessandria d’Egitto. Un ricordo particolare delle vittime è stato fatto dal patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola, nell’omelia della Messa celebrata nella Basilica di San Marco. Durante l’offertorio, 12 rose rosse sono state portate all’altare e al termine della celebrazione poste sull’altare della Madonna Nicopeia, icona particolarmente cara ai veneziani: questa offerta, detta “bócolo”, appartiene alla tradizione locale e in genere si ripete ogni anno il 25 aprile, giorno in cui la Chiesa festeggia la memoria liturgica di San Marco, ma stavolta è stata anticipata in segno di solidarietà con la Chiesa alessandrina nata, al pari di quella veneziana, grazie all’azione missionaria dell’evangelista Marco. Il Patriarca di Venezia ha accompagnato il gesto dicendo: "I martiri danno la vita per Cristo, guidati non solo da una stella, come i Magi, ma dallo Spirito di Gesù morto e risorto per noi. Per tutti gli uomini credenti o non credenti essi indicano la via della libertà religiosa e della pace". Anche l’arcivescovo di Milano, cadinale Dionigi Tettamanzi, ha fatto riferimento alla vicenda e riprendendo le parole del profeta Isaia ha manifestato la speranza di “costruire la nuova Gerusalemme” pur in giorni così difficili. “Il sentimento comune è quello della delusione dell’incertezza del futuro: l’attesa manifestazione di Dio tarda ad apparire – ha detto il porporato nell’omelia in Duomo – il ritardo della manifestazione del Signore terminerà quando il popolo di Gerusalemme accetterà di fuggire dall’ingiustizia”. C’è, dunque, bisogno di “un nuovo esodo”, inteso come la conversione del cuore. L’arcivescovo, durante la celebrazione con i Migranti per la Festa dei Popoli, ha espresso solidarietà a ortodossi e copti alla vigilia del loro Natale, che ricorre oggi, e invitato i fedeli a pregare affinché cessino violenze e persecuzioni. “Tutti, nella misura in cui siamo consapevoli di essere una sola famiglia umana, abbiamo la nostra parte di responsabilità nel processo di integrazione degli immigrati”, ha aggiunto il porporato richiamando le parole di Benedetto XVI sull’unità dell’intera famiglia umana nel messaggio per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato. (A cura di Roberta Barbi)







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