2011-01-06 14:22:15

In aumento i casi di violenza sessuale ad Haiti. La denuncia di Amnesty International


Dopo il terremoto e l’epidemia di colera un’altra piaga sta colpendo Haiti: si tratta dei casi di violenza sessuale contro le donne, che hanno registrato un’impennata nell’ultimo anno. A denunciare il fenomeno è stata Amnesty International in un rapporto diffuso ieri a Londra. Eugenio Bonanata ne ha parlato con Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana dell’organizzazione per i diritti umani:RealAudioMP3

R. - Purtroppo, sì! Le donne che a decine di migliaia hanno dovuto e devono ancora fare i conti con il fatto di aver perso i propri cari, la casa, i beni personali durante il terremoto di un anno fa, aggiungono a tutto questo un trauma ulteriore, drammatico: quello di vivere ogni giorno, e soprattutto ogni notte, sotto la costante minaccia di violenza sessuale. Questo è uno scandalo inaccettabile, che aggiunge dolore al dolore, trauma al trauma e a cui le nuove autorità di Haiti, il nuovo governo appena eletto, devono al più presto porre rimedio.

D. - Qual è l’ampiezza del fenomeno?

R. – Il fenomeno ha proporzioni drammatiche. Nei primi cinque mesi successivi al terremoto, sono stati segnalati oltre 250 casi di stupro, dunque più di uno al giorno, e a un anno di distanza, l’ufficio di un gruppo locale che offre sostegno alle donne, riceve ogni giorno persone che intendono denunciare uno stupro. Se a questo aggiungiamo che c’è una scarsa fiducia nei confronti delle forze di polizia e che, dunque, molti casi di stupro non vengono nemmeno denunciati, direi che siamo di fronte ad un fenomeno dalle proporzioni davvero drammatiche.

D. - Cosa si può fare per risolvere questo problema?

R. - Intanto, le Organizzazioni internazionali che sono ancora impegnate nella fase di ricostruzione post terremoto, devono avere in mente che il bisogno di protezione delle donne e delle ragazze, non deve essere più trascurato; ancora più concretamente, occorre che il nuovo governo dia un segnale preciso, garantendo il controllo e dunque la presenza di forze di polizia all’interno dei campi, delle tendopoli, dove vive ancora oltre un milione di persone che ha subito le conseguenze del sisma dello scorso gennaio. Il secondo segnale che deve dare il governo di Haiti è di avviare immediatamente processi nei confronti dei responsabili di stupro. Nonostante il sistema complessivo amministrativo dell’isola sia ancora al collasso, un segnale va dato a tutti i costi. Non è ammissibile che a un anno dopo il terremoto, ancora continui questo scandalo della violenza sessuale.

D. – Dunque, complessivamente la situazione nel Paese si fa sempre più grave ...

R. - Sì. Purtroppo, in generale non si è tenuto conto di questioni riguardanti i diritti umani nel Paese e soprattutto non si è tenuto conto - eppure lo si sapeva - del fatto che già prima del terremoto la violenza sessuale ad Haiti era diffusa, endemica anche nei confronti di ragazzine. Se a questo aggiungiamo che dalla Repubblica domenicana si inizia a rinviare le persone che erano state costrette a lasciare Haiti dopo il terremoto, credo che la situazione, se non c’è un intervento deciso del nuovo governo e della Comunità internazionale sul piano dell’emergenza umanitaria, potrà addirittura peggiorare.

D. - Va sottolineato, appunto, che il fenomeno della violenza sessuale è comunque sempre esistito nel Paese ...

R. - E’ sempre esistito, ma proprio per questo bisognava avere una maggiore attenzione, perché è chiaro che in una situazione di collasso del sistema amministrativo e giudiziario, in una situazione nella quale ovviamente la sicurezza viene meno, era proprio ai più vulnerabili e alle più vulnerabili che bisognava prestare attenzione. Se oggi ancora, ogni giorno, ci sono denuncie di stupro, è evidente che questo non è stato fatto. (ma)







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