L’arcivescovo di Jos: assaltano i luoghi sacri cristiani per destabilizzare la
Nigeria
“Si è trattato di un attacco ai luoghi simbolici del cristianesimo. A differenza di
altri incidenti accaduti in passato che avevano anche altre cause, gli attacchi di
Natale hanno una chiara motivazione religiosa”. Così riferisce all'agenzia Fides mons.
Ignatius Ayau Kaigama, arcivescovo di Jos, capitale dello Stato nigeriano di Plateau.
Alla vigilia di Natale, lo ricordiamo, una serie di esplosioni ha colpito alcune località
di Jos provocando decine di morti e almeno un centinaio di feriti. Nei giorni successivi
diversi luoghi di culto cristiani sono stati attaccati da uomini armati nell’area
di Maiduguri, nel nord-est della Nigeria, provocando altre vittime. Gli assalti sono
stati rivendicati dalla setta islamista Boko Haram. La violenza non ha risparmiato
la capitale federale, Abuja, dove a Capodanno una bomba esplosa in un mercato nei
pressi di una caserma ha provocato almeno 4 morti e decine di feriti. “Occorre però
stare attenti a giungere a conclusioni affrettate” dice mons. Kaigama, chiedendo alle
autorità di condurre un’inchiesta approfondita senza escludere nessuna pista, per
fare chiarezza sugli ultimi avvenimenti. “La mia impressione è che queste violenze
facciano parte di un piano di destabilizzazione della Nigeria e che qualcuno dall’esterno
del Paese stia soffiando sul fuoco” dice mons. Kaigama che assicura: “è una sensazione
fondata su alcuni fatti”. In particolare, spiega, esistono due differenze fondamentali
tra gli assalti di Natale e gli scontri accaduti nell’area di Jos nel recente passato.
In primo luogo gli scontri scoppiati a Jos e dintorni avevano una componente religiosa
che era mischiata ad altre motivazioni: le frustrazioni dei giovani disoccupati; le
rivalità tra pastori e agricoltori; le tensioni etniche tra “indigeni” e immigrati
da altre regioni del Paese. Gli attacchi di Natale hanno invece un chiaro significato
religioso - assicura il presule - perché si sono voluti colpire i simboli del cristianesimo
durante la sua festività più sacra, assieme alla Pasqua. In secondo luogo, negli scontri
passati si è fatto uso di armi da taglio e di qualche fucile. In questo caso, invece
si è fatto uso di esplosivo. Gli ordigni sono stati confezionati probabilmente in
loco ma mi chiedo chi ha insegnato agli attentatori il modo di produrli. "Per questo
penso che gli ultimi avvenimenti vadano oltre la Nigeria” conclude l’arcivescovo di
Jos. (C.S.)