Il commento di p. Samir Khalil Samir, islamologo, agli attentati in Egitto
In Egitto si nota una crescita nelle tensioni tra i musulmani e i cristiani. Il Paese
da tempo è il centro del fondamentalismo islamico che, negli ultimi anni, è diventato
più forte perché l’autorità politica laica è debole. I fondamentalisti cercano di
sfruttare l’attuale crisi economica per indebolire la posizione del governo. Tramite
attacchi di tipo terroristico cercano di abolire il governo e prendere il potere in
modo definitivo. Ciò dispiace, perché la società egiziana non è ben educata e considera
la religione in modo molto semplice. Anche questo aiuta i fondamentalisti a guadagnare
consensi tramite l’ispirazione dei conflitti e le azioni contro la popolazione cristiana. Ad
esempio, è il caso delle due donne copte, che – si dice – si sono convertite all’islam.
Ma ciò non è stato provato da nessuno. In effetti, si tratta della crisi del matrimonio
e delle tensioni nella famiglia. E ciò è stato preso come un pretesto per creare le
tensioni e gli scontri recenti. Infatti, lo scopo è quello di creare un clima dei
conflitti per la destabilizzazione del governo. I cristiani sono solo un pretesto
per rafforzare la posizione dei fondamentalisti islamici.- dice P. Samir. Nello
stesso tempo, numerosi colti rappresentanti dell’Islam, modo chiaro, condannano gli
attacchi contro i cristiani. Il periodo di preparazione del Natale, festeggiato
in Egitto secondo il calendario copto (nella notte tra il 6 e 7 di gennaio) era previsto
come un periodo molto spirituale, segnato dalla preghiera e dal digiuno. Allo stesso
tempo noi in Egitto siamo consapevoli che siamo la Chiesa dei martiri. Anche il nostro
calendario (il modo di contare il tempo) non comincia da Cristo, ma dalla persecuzione
dal tempo di Diocleziano, dall’anno 284. Oggi di nuovo dobbiamo essere pronti a dare
la vita per difendere la nostra fede – ha detto P. Samir. Dobbiamo anche ricordare
che i Copti sono una popolazione originaria di questa terra, provengono dagli antichi
cittadini d’Egitto e dicono di se stessi: “Siamo i discendenti dei faraoni”. Tutti
lo sanno, anche i musulmani, anche i politici. Per i Copti, proprio i musulmani sono
una popolazione forestiera, immigrata. Per anni queste popolazioni sono vissute in
un clima di pace. Le discriminazione e le persecuzioni sono cominciate con la nascita
del Islam radicale, circa 40 anni fa. Questo si nota anche nelle discriminazioni della
legislazione. I cristiani chiedono solo l’uguaglianza sociale, non garantita dalla
legge islamica – ha detto p. Samir.