2011-01-04 14:25:34

I vescovi svizzeri: no alla soppressione della norma contro l’incesto


“L’incesto è un attacco contro la famiglia e l’ordine sociale e non può essere ritenuto un reato sessuale come un altro”. E’ quanto ribadisce la Conferenza episcopale svizzera (Ces) che ha rigettato la proposta di soppressione dell’art. 213 del codice penale svizzero, che punisce l’incesto, avanzata da alcuni esponenti politici. La posizione della Ces è contenuta nella risposta alla consultazione sulla legge federale di armonizzazione delle sanzioni del Codice penale, del Codice penale militare e del diritto penale accessorio. La proposta, presentata come abrogazione di una disposizione che avrebbe per i firmatari solo un significato marginale, secondo i vescovi svizzeri è da considerare invece come un “atto grave che minaccia l'ordine sociale”. La soppressione dell’art. 213 viene inoltre giustificata mostrando che le minacce all'integrità sessuale dei minori possono essere punite adeguatamente attraverso gli articoli 187-191 del codice penale in merito a pedofilia, stupri e violenza sessuale su incapace. “Una proposta che non riconosce il significato particolare che un reato come l’incesto possiede e che influenza la formazione del bambino” ribadiscono i presuli ricordando come la Francia abbia da poco reintrodotto il crimine dell’incesto commesso su minori. “L’incesto – concludono – nega il legame che c’è tra i membri della famiglia e disgrega quest’ultima, fondamento dell’ordine sociale. E ciò vale anche quando si verifica tra due adulti consenzienti”. (C.S.)







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