Iraq: donna cristiana uccisa da uomini armati nella sua casa a Baghdad
In questo inizio del 2011, sono già numerosi i sanguinosi attacchi in varie zone dell'Iraq.
Da segnalare anche un nuovo attentato ai danni della comunità cristiana irachena.
Una donna è stata uccisa a Baghdad nella sua abitazione. Il servizio di Giancarlo
La Vella:
La drammatica
situazione dei cristiani iracheni, ricordata ieri dal Papa in occasione del dolore
espresso all’Angelus per l’eccidio dei copti in Egitto, annovera purtroppo un altro
fatto di sangue. Si è trattato probabilmente di un attacco preorganizzato e studiato
nei minimi particolari. Un gruppo di uomini armati alle prime ore di oggi ha
fatto irruzione nell’abitazione della donna, situata nel quartiere Al Wahda della
capitale irachena. Secondo l’ipotesi più probabile, Rafah Toma, questo il nome della
donna, è stata freddata da un commando che ha utilizzato pistole munite di silenziatore,
proprio a motivo della sua fede. Sempre secondo fonti locali, la vittima abitava nei
pressi della cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora del Soccorso, teatro il 31
ottobre scorso del sanguinoso attacco da parte di terroristi di alQaeda, nel
quale morirono oltre 50 persone. Con la stessa tecnica, sono stati eliminati nelle
ultime ore anche poliziotti e militari locali. Ma quella descritta è solo l’ultima
delle violenze che stanno caratterizzando in Iraq l’inizio del 2011. Almeno una decina
le vittime tra le forze dell’ordine irachene di vari attacchi avvenuti in varie zone
del Paese del Golfo. Vittime anche tra le forze americane presenti ancora in Iraq.
Due soldati statunitensi sono stati uccisi la notte scorsa nel corso di uno scontro
armato nella regione di Baghdad. Si tratta delle prime perdite subite dal contingente
Usa nel 2011. Sale così a 4.432 il totale dei militari di Washington che hanno perso
la vita dal marzo 2003, quando scattò l'invasione per rovesciare il regime di Saddam
Hussein. Altre vittime causate da un’autobomba esplosa stamani a Baquba, davanti ad
un ufficio dei Servizi d’informazione della polizia. Il 2011, dunque, inizia per l’Iraq
drammaticamente in linea con il 2010, che, tra l’altro, è stato caratterizzato da
un'inattesa inversione di tendenza: l’anno scorso, infatti, sono morti più iracheni
rispetto al 2009. Un tributo di sangue che rischia di rendere ancor più difficoltoso
il processo di stabilizzazione interno, che vede proprio nella convivenza pacifica
tra le varie etnie e comunità religiose del Paese uno dei corollari fondamentali.
In
India 30 persone hanno perso la vita per il maltempo Un'ondata di freddo e
maltempo ha colpito il nord dell'India causando la morte di 30 persone e intrappolando
migliaia di turisti nelle località turistiche dell'Himalaya. La colonnina di mercurio
è scesa ieri fino a -23 gradi nella città di Leh, nel Ladakh, la regione buddista
devastata dalle piogge monsoniche della scorsa estate. Il maggior numero di vittime
si registra nei popolosi Stati settentrionali dell'Uttar Pradesh e del Bihar, dove
la pioggia ha fatto precipitare le temperature minime con forti disagi per i poveri
e senzatetto. Record stagionale di freddo anche nella capitale New Delhi. Nella città
di Agra, dove sorge il celebre mausoleo del Taj Mahal, le autorità hanno deciso di
chiudere le scuole (che sono prive di riscaldamento) per alcuni giorni. Una spessa
coltre di neve ha paralizzato alcune note località himalayane, come Shimla, in Himachal
Pradesh e la stazione sciistica di Gulmarg, nella valle del Kashmir, che erano affollate
di turisti per le vacanze di fine anno.
Terza vittima per le inondazioni
nel nordest dell’Australia Aerei ed elicotteri militari hanno cominciato a
rifornire di generi alimentari e di prima necessità le zone inondate del nordest dell'Australia,
fra cui la città di Rockhampton (77 mila abitanti) presso la foce del fiume Fitzroy,
in Queensland, dove il livello delle acque ha raggiunto i 9 metri, mentre l'aeroporto
regionale rimane chiuso. Dopo un vertice con i servizi di emergenza, il capo della
polizia del Queensland, Alistar Dawson, ha avvertito che l'alluvione potrà continuare
ancora per un mese. Le inondazioni causate da un mese di piogge torrenziali, definite
dalle autorità “un disastro di proporzioni bibliche”, coprono un'area grande quanto
Francia e Germania messe insieme. Hanno causato almeno tre morti da sabato e colpito
circa 200 mila persone in più di 30 città e centri minori, con migliaia di evacuazioni.
Secondo le prime stime, i danni superano il miliardo di dollari australiani (circa
750 milioni di euro) in un'economia che dipende da agricoltura, allevamento e miniere.
Mentre in alcune zone le acque cominciano a recedere, i rischi maggiori sono legati
alle esondazioni dei fiumi. La polizia ripete gli avvisi di sicurezza dopo che due
persone in località diverse sono annegate quando le loro auto sono state trascinate
via dalle acque. Oggi, è stato recuperato da un fiume il corpo di un pescatore, mentre
continuano le ricerche di due uomini in altre zone, dispersi dopo essere stati visti
nelle acque in piena. La premier del Queensland, Anna Bligh, ha raggiunto oggi in
aereo la città di Rockhampton, dove ha discusso con le autorità locali i rifornimenti
e gli interventi di assistenza, in particolare ad agricoltori e allevatori.
Crisi
di governo in Pakistan Il premier pachistano, Raza Yusuf Gilani, sta cercando
di scongiurare la crisi politica apertasi ieri dopo il ritiro dalla coalizione di
governo del partito laico Muttahida Qaumi Movement (Mqm). Oggi, Gilani incontrerà
un leader del principale partito dell'opposizione, Shahbaz Sharif, governatore della
provincia del Punjab e fratello dell'ex premier, Nawaz Sharif, secondo quanto riporta
la televisione Geo. Il premier ha dichiarato di non temere la caduta del governo,
ma da ieri non gode più di una maggioranza in parlamento. Sempre oggi, i 25 deputati
del Mqm chiederanno al presidente dell'assemblea legislativa di Islamabad di sedere
sui banchi dell'opposizione. La coalizione guidata dal Partito popolare pakistano
(Ppp) di Asif Ali Zardari, vedovo di Benazir Bhutto, si restringe così a 160 seggi
su un totale di 342, diventando quindi un governo di minoranza.
Bomba contro
un convoglio Nato al confine tra Pakistan a Afghanistan Una bomba ha distrutto
un'autobotte della Nato nella regione tribale di Khyber, al confine con l'Afghanistan.
Lo riporta il sito web di Dawn, precisando che non si registrano vittime. L'esplosione
è avvenuta vicino a una moschea sull'autostrada Peshawar-Torkham, dove transitano
buona parte dei rifornimenti diretti alle truppe dell'Alleanza Atlantica. In seguito
all'attacco, sul quale stanno indagando le forze di sicurezza, l'importante arteria
che attraversa il confine afghano-pakistano è stata chiusa al traffico, causando lunghe
file di veicoli.
Sette uomini impiccati in Iran: dal 1° gennaio sono 11
le esecuzioni capitali Sette uomini condannati a morte per traffico di stupefacenti
sono stati impiccati oggi in Iran, portando a 11 il numero delle esecuzioni capitali
nel Paese dal primo gennaio. Le sette impiccagioni, riferisce l'agenzia Fars, sono
avvenute nel carcere di Kermanshah, nell'ovest della Repubblica islamica. Il procuratore
della città, Mojtaba Maleki, ha detto che i condannati erano stati trovati in possesso
complessivamente di cinque chilogrammi di eroina e cento chili di crack. Secondo notizie
di stampa, sono state 179 le esecuzioni capitali nel 2010 in Iran, dove la pena di
morte è prevista per numerosi reati, quali l'omicidio, la rapina a mano armata, il
traffico di droga, lo spionaggio e la violenza sessuale. Ma può essere applicata,
anche se raramente avviene, anche per i colpevoli di adulterio e di omosessualità.
Economia
e Balcani tra le priorità della presidenza ungherese dell’Ue Dopo i giorni
festivi inizia l’impegno di Budapest per il semestre di presidenza europea. Le priorità
e gli obiettivi nel servizio di Laura Serassio:
L’economia,
rimane la priorità numero uno della presidenza ungherese, che continuerà il lavoro
dei predecessori belgi, seguendo la messa in atto del meccanismo permanente anticrisi
per l’eurozona e le conseguenti modifiche dei trattati. Nell’agenda di Budapest, poi,
ci sarà la definizione del piano di finanziamento comunitario per il periodo 2014-2020.
Un tema che si preannuncia delicato, con i maggiori contribuenti, quali Francia, Germania
e Gran Bretagna, fautori di una linea di austerità, alla quale si oppone invece il
blocco dei Paesi dell’Est. La presidenza ungherese dovrà occuparsi anche dell’ingresso
di Romania e Bulgaria nell’area Shengen, un passaggio che i due Paesi avevano previsto
intorno a marzo, mentre Parigi e Berlino, poco prima di Natale hanno espresso perplessità
a questo proposito, preannunciando, di fatto, il proprio veto ad allargare ulteriormente
l’area di libera circolazione. Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha annunciato
tra le priorità l’integrazione europea degli Stati balcanici occidentali, accelerando
anzitutto l’adesione della Croazia. L’inizio dell’anno, oltre al cambio di guardia
tra Belgio ed Ungheria, ha anche visto l’ingresso nell’eurozona dell’Estonia, diciassettesimo
Paese ad adottare la moneta unica, il quinto tra il gruppo degli Stati membri dell’Unione
europea dal 2004, dopo Slovenia, Cipro, Malta e Slovacchia. Un segnale positivo in
questo periodo di crisi della moneta unica, anche se in controtendenza, rispetto agli
altri Paesi europei, il cui processo di avvicinamento alla zona euro è stato rallentato
dalla congiuntura economica. (ma)
Dalle due Coree prime parole di dialogo Seul
fa sapere che la porta del dialogo inter-coreano "resta aperta" e che la Corea del
Sud è pronta "a rafforzare in maniera drastica la cooperazione economica" se Pyongyang
darà prova di sincerità nella ripresa delle relazioni reciproche. Lo ha detto il presidente
sudcoreano, Lee Myung-Bak, nel suo messaggio alla nazione per il nuovo anno. Per quanto
riguarda la Corea del Nord non ci sono dichiarazioni ufficiali ma diversi articoli
del maggior quotidiano nordcoreano auspicano un miglioramento delle relazioni fra
le due Coree attraverso il dialogo. Il Rodong Sinmun, l'organo ufficiale del comitato
centrale del partito dei lavoratori della Corea del Nord, ha scritto in diversi articoli
che “il nuovo decennio dovrebbe essere un periodo di speranza per la fine della tragedia
della divisione e raggiungere l'unificazione e la prosperità della penisola coreana”.
Singapore
registra il record di crescita per il 2010: +14,7% rispetto al 2009 Crescita
record per Singapore nel 2010. Il Pil del Paese asiatico mette a segno un rialzo del
14,7% rispetto all'anno precedente, trainato in particolar modo dal settore manifatturiero.
Il record precedente era stato registrato nel 1970 con una crescita del 13,8%, riferisce
la Bbc online. Nel 2009, l'economia aveva visto una contrazione dell'1,3%. (Panoramica
internazionale a cura di Fausta Speranza)
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della Radio Vaticana Anno LV no. 3
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