Filippine. Il messaggio dei vescovi: "Povertà e violenza non hanno l'ultima parola"
I motivi di preoccupazione non mancano, ma il futuro è nelle mani di Dio. Per questo
un cambiamento per il Paese è realmente possibile. E il raggiungimento di questo traguardo
dipende anche dalla collaborazione che ciascun cittadino vorrà dare al progetto di
Dio. È quanto, in sintesi, affermano i vescovi filippini in un messaggio per il nuovo
anno, nel quale auspicano un 2011 di pace e prosperità. L'intervento, firmato dal
presidente dell'episcopato, il vescovo di Tangad, Nereo P. Odchimar, traccia un bilancio
del 2010 e, nonostante i tanti segnali negativi che emergono dalla realtà, spalanca
comunque le porte alla speranza. In realtà — sostengono i presuli — “Dio ci assicura
che la trasformazione sociale può accadere. La pace e la prosperità sono alla nostra
portata. E la certezza di questa realizzazione sta nel fatto che non siamo soli in
questo compito. Dio è con noi! Quindi, all'inizio di questo nuovo capitolo della storia
umana, siamo invitati, più che mai a comprendere qual è il progetto di Dio e collaborare
con la sua opera”. I presuli, come accennato, non nascondono i tanti motivi di difficoltà
e di preoccupazione che attanagliano il Paese. “Siamo soliti iniziare il nuovo anno
con i migliori auguri e con nobili propositi, ma prima che le illusioni si consumino,
è bene essere risvegliati da questa realtà inquietante. Noi speriamo che non sia così,
ma nel prossimo anno ad attendere la maggior parte del popolo filippino saranno le
stesse condizioni di povertà disumanizzante, di ingiustizia e di violenza”. Si tratta
di realtà che riguardano ampi strati sociali: i contadini senza terra, i disoccupati,
gli emarginati delle città, i gruppi tribali sfollati. Citando Giovanni Paolo II,
ricordano appunto come la condizione di miseria della popolazione sia essa stessa
una delle più serie minacce alla pace. Infatti, “la povertà è spesso un fattore che
contribuisce ad aggravare i conflitti, anche armati. E a loro volta, questi alimentano
tragiche situazioni di povertà”. Da parte delle istituzioni e di organizzazioni private
— rilevano i presuli all’Osservatore Romano — non mancano le iniziative per combattere
tale povertà. Tra queste la più ragguardevole e apprezzabile è senz'altro la campagna
volta a combattere la corruzione. Uno sforzo che — sostengono — va intensificato e
sostenuto. Ci sono, al contrario, altre iniziative che contrastano con la coscienza
di molti filippini e che puntano a ridurre la povertà puntando su campagne di riduzione
della natalità con metodi che spesso non rispettano il diritto alla vita. Ma la povertà
— sostengono i presuli citando Benedetto XVI — si deve e si può sconfiggere con altre
vie più rispettose della vita e della dignità delle persone. (C.P.)