2011-01-01 15:43:15

Proclamato l'Anno internazionale delle persone di ascendenza africana


Con l’indizione per il 2011 dell’“Anno internazionale delle persone di ascendenza africana”, le Nazioni Unite intendono incrementare l’impegno degli Stati e la cooperazione internazionale a beneficio dei discendenti delle vittime della schiavitù e della tratta e concorrere alla tutela dei loro diritti economici, culturali, sociali, civili e politici. Per suffragare l’iniziativa, il testo della Risoluzione sull’“Anno” dell’Assemblea Generale cita numerosi documenti, in particolare la Dichiarazione universale dei diritti umani e le Convenzioni contro la discriminazione razziale, per i diritti dell’infanzia e sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti. Vengono inoltre ricordate le disposizioni della Dichiarazione e del Piano di Azione della Conferenza del 1993 di Vienna sui diritti umani e della Dichiarazione e del Piano d’Azione della Conferenza contro il razzismo, svoltasi nel 2001 a Durban. Al fine di mantenere viva la memoria della tratta transatlantica e rafforzare l’azione di contrasto alle antiche e moderne schiavitù, l’Onu ha istituito due specifiche giornate di sensibilizzazione da osservarsi, rispettivamente, il 25 marzo e il 2 dicembre. L’“Anno” è stato lanciato a New York il 10 dicembre scorso - nel quadro della Giornata dei diritti umani - dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, affiancato dal responsabile del Gruppo di Lavoro per le persone di ascendenza africana. Nel corso della cerimonia, lo stesso segretario generale ha rivolto un vibrante appello alla comunità internazionale affinché il razzismo venga definitivamente eliminato e sia posta fine all’emarginazione di intere comunità per il colore della loro pelle. Particolarmente colpite da manifestazioni razziste sono le persone di discendenza africana, alle quali è troppo spesso negato l’accesso a diritti fondamentali quali i servizi sanitari di qualità e l’istruzione. Anche oggi – ha aggiunto – gli africani e persone di discendenza africana continuano a subire le conseguenze della tratta transatlantica, “una tremenda tragedia non solo per la sua barbarie, ma per le sue proporzioni e per la negazione dell’umanità stessa delle vittime”. E' quindi urgente, è la conclusione di Ban Ki-moon, promuovere la loro piena integrazione nella vita sociale, economica e politica e la loro partecipazione ad ogni livello decisionale. (M.V.)







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