2011-01-01 14:55:36

Il mariologo padre De Fiores: Maria, Madre di Dio, non lascia mai solo nessuno dei suoi figli sulla terra


“Il titolo di ‘Madre di Dio’, che oggi la liturgia pone in risalto, sottolinea la missione unica della Vergine Santa nella storia della salvezza (…) Ella, che ha dato la vita terrena al Figlio di Dio, continua a donare agli uomini la vita divina, che è Gesù stesso e il suo Santo Spirito. Per questo viene considerata madre di ogni uomo". E' un passaggio dell'omelia che Benedetto XVI ha pronunciato durante la Messa di questa mattina nella Basilica Vaticana. Sul significato della Solennità di Maria Madre di Dio, la riflessione del religioso monfortano, padre Stefano De Fiores, al microfono di Federico Piana:RealAudioMP3

R. – Maria appartiene proprio al nucleo essenziale del cristianesimo perché – come dice Benedetto XVI – se il cristianesimo è Gesù Cristo che si fa uomo, noi non possiamo ignorare che questo avviene nel grembo della Vergine Maria. Per cui, se noi rimanessimo nell’Antico Testamento potremmo fare a meno di unire teologia con mariologia, ma questo non possiamo farlo, nel Nuovo Testamento, perché Dio è l’Emmanuele, il “Dio con noi”, il Dio che si è fatto uomo dal grembo della Vergine Maria.

D. – Eppure, padre Stefano, il ruolo salvifico di Maria non si esaurisce diventando Madre di Dio ma continua nella storia, perché Maria è chiamata a condurci al Signore…

R. – Certamente. Se Maria è la Madre di tutti i discepoli amati da Gesù, rappresentati ai piedi della Croce dalla figura molto tipologica di Giovanni, questo è un compito che fa sì che Maria – come dice il Concilio – non ha deposto la sua funzione salvifica, ora che è in cielo, ma continua ad interessarsi dei fedeli, alla nascita e alla formazione dei quali Ella collabora con amore di madre.

D. – In tutto questo, le apparizioni mariane che ruolo hanno?

R. – Nell’interpretazione dei teologi, in genere si mette in primo piano questo: Maria appare perché è una madre, e una madre si interessa dei figli, non è indifferente a quello che i figli compiono nel cammino della vita. E soprattutto, interviene perché dobbiamo classificare le apparizioni non tanto come illuminazione del Vangelo – il Vangelo è già chiaro e le apparizioni possono ricordarcelo – ma sono da classificare tra i carismi profetici: sono una profezia per la Chiesa. Quindi, la Madonna appare per richiamare la Chiesa a non addormentarsi, perché si avvicinano i tempi finali della storia in cui la Chiesa deve lottare contro il male che si agguerrisce sempre di più: la Chiesa non deve farsi trovare impreparata. Per questo, l’invito alla preghiera, alla vigilanza, alla conversione è un invito costante in tutte le apparizioni della Vergine.

D. – Qual è il modo migliore per rivolgerci a Maria, per pregarla al meglio, nel modo migliore?

R. – E’ quella ricordata nella Lettera agli Efesini (2, 18), in cui si dice: “Andiamo nello Spirito, per mezzo di Cristo, al Padre”. Quindi, la preghiera liturgica è quella che sfocia sempre nell’adorazione del Padre. Ma così dev’essere anche ogni nostra preghiera a Maria, perché Maria ci è stata data da Cristo come madre, e la madre accompagna il figlio nel cammino della vita. Così, ognuno di noi deve ricorrere a Lei nelle tribolazioni ordinarie e anche nelle gioie. Maria, quindi, è una figura che ci accompagna, un’immagine che ci accompagna, un’immagine conduttrice perché ci porta verso il Cristo e verso i doveri della vita cristiana di ogni giorno. (gf)







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