2010-12-31 15:34:03

Nigeria: retata contro i radicali islamici reponsabili delle violenze anticristiane


In Nigeria, la polizia ha arrestato 92 esponenti della setta islamica radicale Boko Haram coinvolta negli attacchi contro le comunità cristiane che, nei giorni a cavallo delle festività natalizie, hanno insanguinato il nord e il centro del Paese africano, con un bilancio complessivo superiore agli ottanta morti. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

La retata è avvenuta a Maiduguri, capitale dello Stato federato settentrionale di Borno a maggioranza mussulmana. Qui, nella notte fra il 24 e il 25 dicembre scorsi, sei fedeli cristiani persero la vita nell’attacco contro due chiese mentre si svolgevano le celebrazioni del Natale. Secondo il capo della polizia locale, tra gli arrestati ci sarebbe anche un individuo di circa settant’anni, considerato il principale finanziatore della formazione radicale islamica, Boko Haram, protagonista già nel 2009 di una sanguinosa rivolta nel nord del Paese che causò centinaia di vittime. Lui e i suoi complici sono stati trasferiti nella capitale Abuja, al quartier generale della Sicurezza nazionale, per essere sottoposti a interrogatorio. Nell'abitazione dell'anziano sono stati confiscati tra l'altro un machete, l'arma principale utilizzata nelle stragi, come pure sostanze chimiche idonee alla confezione di esplosivi e nastri audio contenenti slogan che incitano al fanatismo religioso. Sul terreno, intanto, non si fermano le violenze: nelle 24 ore che hanno preceduto l’operazione si sono registrati altri cinque attacchi dei miliziani integralisti, nei quali hanno perso la vita almeno otto persone, fra cui tre agenti di polizia.

Costa d’Avorio
Sempre sull’orlo della guerra civile lo Stato africano della Costa d'Avorio. Il presidente uscente, Gbagbo, continua a non riconoscere la vittoria del rivale, Ouattara, alle presidenziali del mese scorso. I timori di violenze vengono espressi anche dalle Nazioni Unite, mentre i capi militari della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Cedeao) hanno annunciato la messa a punto di un piano di intervento militare che mira a rovesciare il presidente Gbagbo, nel caso in cui i negoziati con il neo-eletto Ouattara dovessero fallire. E alla luce degli ultimi eventi, il Ministero degli esteri di Parigi ha raccomandato alle famiglie francesi con bambini di lasciare la Costa d'Avorio.

Afghanistan
Nuovo lutto fra il contingente italiano in Afghanistan. Lo Stato maggiore della Difesa ha confermato l’uccisione, con un colpo d’arma da fuoco, di un militare italiano, il caporlmaggiore Matteo Miotto, in forza al settimo Reggimento Alpini di Belluno. Stando alle prime informazioni disponibili, il soldato sarebbe stato colpito da un proiettile sparato a distanza da un cecchino nel distretto di Gulistan, nell'ovest dell'Afghanistan, mentre era in servizio su una torretta di guardia. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha appreso con profonda commozione la notizia, esprimendo partecipazione al dolore dei familiari del caduto. E un'altra vittima della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) si registra nel sud del Paese. Il soldato, di cui non è stata resa nota la nazionalità, è morto a seguito dello scoppio di un ordigno artigianale. Con questi due ultimi casi, il bilancio delle vittime straniere del 2010 è salito a 711, confermandosi come il più cruento dall’inizio dell’intervento militare nel 2001. Tuttavia, nel Paese prosegue la lotta contro il terrorismo. Le forze locali appoggiate da quelle internazionali hanno ucciso un importante leader dei talebani nell’area di Kunduz. Lo scontro a fuoco ha provocato la morte di una delle sue guardie del corpo e la cattura di altre quattro.

Pakistan
Proseguono le azioni della guerriglia in Pakistan. Stamattina, c’è stato un attacco contro un posto di polizia nella zona nordovest. Il bilancio è di due vittime: lo stesso attentatore è stato ucciso dagli agenti mentre stava piazzando un ordigno. Intanto, le principali città del Paese oggi risultano paralizzate a causa di uno sciopero organizzato dai partiti religiosi contro la riforma della legge sulla blasfemia. In seguito alla vicenda di Asia Bibi, la cristiana condannata a morte per blasfemia, il governo di Islamabad ha promesso di introdurre alcuni emendamenti per evitare abusi contro le minoranze religiose. Ma le proposte di modifica incontrano una strenua resistenza negli ambienti conservatori, che rappresentano una larga fetta della società pakistana.

Russia, Khodorkovski
Fa discutere la nuova condanna comminata in Russia all’ex patron della Yukos, Khodorkovski, e il suo socio, Lebedev. Khodorkovski resterà in carcere fino al 2017 per aver sottratto illegalmente migliaia di barili di petrolio alla sua compagnia. Ieri, un tribunale di Mosca gli ha inflitto altri 5 anni e mezzo di prigione, che si aggiungono agli 8 del primo processo per frode. La difesa, che ha definito la sentenza “illegale” e frutto delle pressioni del premier Putin, ha depositato un appello "preventivo" allo scopo di scongiurare un'eventuale inappellabilità per scadenza dei termini. Critiche gungono anche da "Human Rights Watch", che in un comunicato ha denunciato il carattere politico della condanna. La Russia ha respinto con sdegno le critiche tramite il ministro degli Esteri, Serghej Lavrov, il quale ha ricordato che i giudici in Russia agiscono nella più totale indipendenza dall'esecutivo.

Brasile: no all'estradizione di Battisti
Fra mille polemiche e la rabbia dei familiari delle vittime in Italia, nel primo pomeriggio di oggi il ministro degli Esteri brasiliano ha reso noto che il presidente uscente, Lula da Silva, non ha concesso l'estradizione in Italia dell’ex terrorista, Cesare Battisti, detenuto in Brasile dal 2007 e condannato in Italia all'ergastolo per 4 omicidi commessi negli anni Settanta, quando era leader dei Proletari armati per il comunismo. Ieri, aveva espresso parere contrario all’estradizione anche l'Avvocatura generale del Brasile. Ed è subito scontro diplomatico tra Roma e Brasilia: il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha ribadito che l’Italia ''non lascerà nulla di intentato'' affinché il Brasile “receda da questa decisione gravemente offensiva” e faccia valere il trattato sull'estradizione. Dal canto suo, l’esecutivo brasiliano esprime stupore per le reazioni italiane, sostenendo che la decisione di Lula non rappresenta un affronto verso un altro Paese.

Italia-Rifiuti
Migliora, in Campania, la situazione rifiuti grazie alla raccolta straordinaria ancora in corso che sta interessando Napoli e provincia al fine di togliere i cumuli di spazzatura dalle strade prima della notte di capodanno. Secondo le autorità, è probabile tuttavia che a fine giornata nelle strade di Napoli ci saranno ancora intorno alle 200-250 tonnellate di rifiuti. Per un punto della situazione, Luca Collodi ha sentito il parere di mons. Beniamino Depalma, arcivescovo-vescovo di Nola:RealAudioMP3

R. - Dopo le manifestazioni dei mesi scorsi, la situazione è più tranquilla: la gente ha avuto la certezza che non ci sarà una terza discarica. L’emergenza non è completamente risolta e non sarà mai risolta se non si accetta il ciclo completo dei rifiuti, che va dalla raccolta differenziata al compostaggio e all’inceneritore. Il verso problema di Napoli e della Provincia di Napoli nella raccolta differenziale è un problema culturale.

D. - La raccolta differenziata, forse, toglie affari alla criminalità organizzata che opera nel settore dei rifiuti…

R. - La criminalità c’è, la camorra c’è, ma credo non sia opportuno scaricare tutto e sempre sulla camorra. Il Campania abbiamo una gestione dei rifiuti in ritardo di almeno 30 anni e questo perché coloro che dovevano fare delle scelte e prendere delle decisioni hanno sempre rimandato, accontentandosi di risolvere la situazione sempre con i tamponamenti.

D. - Lei sostiene che serve anche una educazione alla gestione della differenziata da parte della gente. Ma questo forse si potrebbe ottenere con una sensibilizzazione anche da parte della Chiesa…

R. - E’ quello che noi stiamo facendo: questo è un problema che riguarda la coscienza sociale. Le parrocchie possono quindi costituire un grande punto di riferimento. (mg)

Turchia
In Turchia, un’operazione antiterrorismo che ha portato all’arresto di 10 presunti membri di Al Qaeda. Secondo la stampa locale, avrebbero pianificato un attacco nel Paese da condurre in questi giorni. Otto sospettati sono stati prelevati mercoledì dalle loro abitazioni a Bursa, una città industriale del nordovest della Turchia, e ieri gli altri due a Istanbul. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 365

E' possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del sito www.radiovaticana.org/italiano.







All the contents on this site are copyrighted ©.